Il vino di Sicilia saluta Lucio Tasca d’Almerita, uno dei padri fondatori della cultura vinicola dell’isola scomparso qualche giorno fa all’età di 82 anni.
La sua carriera nell’industria wine affonda le radici nel 1961, quando il conte diventa imprenditore agricolo dell’azienda Regaleali. Intorno agli anni ’80 comprende la potenzialità delle varietà straniere e dà il via nell’88 e nell’89 ai primi Cabernet Sauvignon e Chardonnay siciliani. Vince i premi ‘Cangrande della Scala’ e ‘Gran Vinitaly’, dopodiché diventa presidente di Conte Tasca d’Almerita, l’azienda vitivinicola di famiglia dal 1830. Sono cinque le proprietà che la società gestisce ancora oggi: Regaleali, Capofaro Malvasia & Resort, Tascante, Mozia e Sallier de La Tour.
Inoltre, sotto la sua guida, il team dell’azienda ha introdotto l’uso della tecnologia nella gestione ordinaria della società, incluso un software di gestione vitivinicola per migliorare e controllare la conduzione dalla vigna. La sua missione è sempre stata quella di promuovere e migliorare la produzione e lo sviluppo imprenditoriale della Sicilia al fine di rafforzare la competitività della regione e del Paese all’interno del mercato mondiale.
Infine, negli anni 2000, Lucio Tasca d’Almerita è diventato anche socio fondatore e consigliere dell’Istituto Italiano del Vino di Qualità ‘Grandi Marchi’ e presidente, dal 2002 al 2008, di Assovini Sicilia, sua creatura dall’ideazione alla realizzazione.
“Sono sicura che fosse orgoglioso di quello che Tasca d’Almerita è diventata”, ha commentato in una nota stampa Vanessa Dioguardi, una dei suoi più stretti collaboratori. “Si vedeva dallo sguardo fiero, tutte le volte che arrivava in ufficio. Si vedeva dalla serenità con cui apriva la porta per andare via. Perché sapeva che tutti noi, con Alberto Tasca alla guida, stavamo costruendo ciò che suo padre, il Conte Giuseppe, prima e lui dopo, avevano immaginato”.