A poco più di un anno dalla sua fondazione, Spumante365, la piattaforma digitale dedicata esclusivamente al mondo delle bollicine italiane, ha lanciato il suo secondo round di finanziamento. L’obiettivo, come ha spiegato a Pambianco Wine&Food Marco Duò, fondatore e amministratore delegato della società, “è quello di arrivare a raccogliere un milione di euro”.
I capitali serviranno a traghettare la società dal fully digital al phygital, cioè alla strategia multi-canale già cavalcata dalle aziende leader nel mondo, “perché rappresenta il futuro delle relazioni con i clienti, ecco perché è tra i nostri temi di sviluppo”, prosegue Duò. “Promuovere una buona customer experience è importante in qualsiasi canale di vendita, online o offline, e il phygital può contribuire a questa percezione in modo più intenso”.
Strategia che, in termini numerici, avrà il compito di sostenere una crescita che, partendo dalla nascita del marchio, a giugno 2021, e da un fatturato tutto in costruzione nel 2022 (poco oltre i 150mila euro), “guarda a un 2023 oltre 1,5 milioni di euro per arrivare a superare i 5 milioni nel 2025, anno in cui avremo anche un ebitda positivo”, ha spiegato il fondatore.
Per farlo, Spumate365 ha messo in opera un catalogo che a oggi comprende oltre 400 etiche per sedici regioni, ma che, come ha raccontato Duò, “per Natale arriverà a coprire tutta Italia ampliando il nostro portfolio a oltre 600 etichette”. Carta dei vini che, oltre a essere composta per il 70% da viticoltori medio-piccoli, da qui l’accordo stretto con Fivi-Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, grazie a questo round di finanziamento, potrà anche aprirsi ai mercati internazionali, “dalla Svizzera fino al Benelux”, e al mercato del B2b, “guardando con attenzione al mondo horeca”. Il tutto garantendo al cliente, “un’esperienza premium perché non ci saranno sistemi automatici”, ha sottolineato Duò. “Da noi ogni enonauta parlerà coi nostri esperti come se si trovasse in enoteca e potrà vedere coi propri occhi ciò che i nostri sommelier gli propongono”.