“I numeri del 2021 e del primo quadrimestre 2022, se paragonati a quelli del 2019, ci indicano che siamo di fronte a una crescita progressiva e costante per il nostro gruppo”. Sono queste le parole usate da Massimo Tuzzi, CEO di Terra Moretti Vino e di Holding Terra Moretti, per commentare i numeri della sub-holding della famiglia Moretti.
Nell’anno, infatti, i ricavi netti del comparto vinicolo del gruppo che raccoglie i brand Bellavista, Contadi Castaldi, Petra, Tenuta La Badiola, Teruzzi, Sella & Mosca, si sono attestati a quota 78,6 milioni di euro (+47% sul 2020 e +21% sul 2019), mentre il valore della produzione è stato pari a 83 milioni (57,26 milioni nel 2020 e 70,6 milioni nel 2019).
Nel complesso, i marchi, distribuiti principalmente in horeca, hanno venduto 9,4 milioni di bottiglie. Di queste, 2,6 milioni sono state vendute all’estero, e soprattutto in Germania, Stati Uniti d’America, Canada, Svizzera, Giappone, Russia, Regno Unito, Belgio, Olanda, con un prezzo medio superiore di 1 euro a bottiglia rispetto al 2019. “Tutte le nostre aziende hanno realizzato ottime performance – spiega Tuzzi -, ma sicuramente una menzione speciale va a Contadi Castaldi, che sta raccogliendo i risultati di anni di ricerca e di studio sulla viticoltura, di scelte stilistiche in termini enologici e di chiaro posizionamento della marca, tali da renderlo un brand riconoscibile a un target giovane, esigente, che non scende a compromessi con la qualità, ma reclama un prezzo congruo. Una bellissima case history di cui andiamo veramente fieri”.
L’ebitda è stato pari a 16,4 milioni (contro i 3,2 milioni del 2020 e i 14,5 milioni del 2019) e l’utile ante-imposte è stato di 9,8 milioni (-3,8 milioni nel 2020 e 5,2 milioni nel 2019). L’indebitamento bancario al 31 dicembre è sceso a 81,5 milioni contro i 90 milioni del 2020 e i 94,7 milioni del 2019. Gli investimenti nell’anno sono stati pari a 4,2 milioni (contro i 2,5 milioni del 2020 e i 4 milioni nel 2019), destinati a raddoppiare nel 2022 raggiungendo gli 8 milioni. Risultati, questi del 2021, che “anticipano di un anno gli obiettivi, già ambiziosi, prefissati nel piano industriale presentato lo scorso giugno, aprendo la strada a nuovi scenari”, puntualizza Tuzzi.
Il 2022 si è inoltre aperto con ricavi a 22,5 milioni nel primo quadrimestre, in crescita del 22% sul 2021 (18,5 milioni), del 104% sul 2020 (11,05 milioni) e del 33% sul 2019 (16,9 milioni). Questi risultati, unitamente a quelli del 2021, indicano “un trend solido, nonostante gli esiti della pandemia e gli accadimenti internazionali, a dimostrazione che i traguardi raggiunti non sono il risultato di eventi fortuiti, ma il riflesso di un progetto ben delineato, di una governance rodata e di un piano industriale in grado di sostenere le incertezze dei mercati e di valorizzare tutto il potenziale delle nostre cantine, presupposti imprescindibili per una crescita qualitativa e dimensionale nel futuro”, afferma Tuzzi.
Per quanto riguarda le prospettive, “all’inizio dell’anno erano prudenti. I numeri del 2021 già ci sono sembrati straordinari e difficilmente replicabili, ma questo primo quadrimestre e l’estate che deve ancora arrivare (momento topico per le bollicine e per i bianchi fermi) ci induce ad essere fiduciosi ed ottimisti”, prosegue Tuzzi. “Le strategie declinate nel piano marketing, presentato alla forza vendita ad aprile, sono diverse a seconda dei brand. Per tutti, fra i focus 2022: un impulso allo sviluppo dell’hospitality in tenuta, quale leva centrale di costruzione della marca; un controllo puntuale e rigoroso del posizionamento dei prezzi a scaffale; un programma fitto di progetti e attività trade dedicati al mondo horeca, con presidio di luoghi e spazi temporali di consumo molto serrato”, conclude il CEO.