Dopo ventisette anni, La Doria lascia Piazza Affari. Dopo il completamento dell’opa residuale da parte di Amalfi Holding, società il cui capitale sociale è indirettamente detenuto per il 65% dal fondo Investindustrial VII e da alcuni membri della famiglia Ferraioli per il restante 35%, con il deposito della somma di 10.313.259 euro dovuta agli azionisti titolari, Borsa Italiana ha disposto la revoca delle negoziazioni sul titolo. Il corrispettivo pagato ai soci da Amalfi Holding per il delisting è stato pari a 16,5 euro per azione.
Il debutto in Borsa del gruppo La Doria, produttore di derivati del pomodoro, sughi, legumi e succhi di frutta a marchio della grande distribuzione, risale al 1995 ventisette anni fa. Nel suo ultimo resoconto da quotata, chiuso il 31 marzo, l’azienda ha registrato 238,4 milioni di euro di ricavi, in progresso del 7,2% rispetto ai 222,3 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente, un ebitda pari a 23,5 milioni (+16,3%) e un utile netto a 14 milioni, anch’esso in aumento rispetto ai 6,7 milioni realizzati nel primo trimestre 2021. La posizione finanziaria netta al 31 marzo era negativa per 66,9 milioni di euro, in diminuzione rispetto ai 114,3 milioni registrati al 31 dicembre 2021.
Quello di La Doria, secondo quanto indicato da Milano Finanza, è il settimo delisting dell’anno su Borsa Italiana, contro sei nuove quotazioni finora. Quanto al comparto food, si prepara all’ingresso una nuova matricola, High Quality Food, realtà attiva nella produzione, trasformazione, interpretazione e distribuzione di prodotti alimentari di alta gamma sul mercato horeca italiano ed estero.