Angelini Wines & Estates, fino a qualche settimana fa più comunemente conosciuta come Bertani Domains, chiude il il 2021 con ricavi record a 25,6 milioni di euro (+32 per cento) e investe nella wine experience in cantina. “Ad oggi il nostro è un modello make, quindi basato prevalentemente sull’autoproduzione”, ha spiegato a Pambianco Wine&Food Ettore Nicoletto, presidente e amministratore delegato del gruppo vinicolo. “Ciò di cui abbiamo bisogno ora è raccontare i nostri modelli produttivi, il nostro modo di fare viticoltura ed enologia. E, per farlo, abbiamo bisogno di investire nella narrazione e nel brand, così da instaurare un rapporto diretto con il consumatore e gli operatori del settore”.
La cantina del Gruppo Angelini ha quindi messo sul piatto 5,5 milioni di euro che verranno destinati, nell’arco del prossimo triennio, all’implementazione della wine experience nelle cantine di Montalcino, Valpolicella e Valpantena. Una serie di iniziative che si collocano a regime nel claim dell’azienda “Elevating Territories”.
Nello specifico, alla cantina di Val di Suga, collocata a nord-est del comune di Montalcino, sarà destinato il budget più importante. Qui infatti, nel giro di qualche settimana, partirà un progetto di riqualificazione che prevede la ristrutturazione di una serie di edifici posti all’interno del vigneto al fine di creare un polo (comprensivo di sala degustazione, lounge, negozio e camere per il pernottamento) dove ospitare gli stakeholder del vino in una logica di ospitalità passiva. Il primo step dei lavori sarà concluso per la vendemmia 2023, mentre la piena operatività del polo arriverà nella seconda parte del 2024.
A Grezzana, in Valpantena, a cui è destinato poco meno di un milione di euro del totale, verrà invece realizzato un percorso guidato all’interno della cantina, in cui sarà realizzata anche una lounge all’interno dell’ex museo con la possibilità di pranzare e cenare tra show cooking e wine pairing. A Novare, in Valpolicella, c’è invece l’idea di ristrutturare uno stabile situato all’inizio della proprietà dove verrà creata una soluzione di ristoro più consumer, con cibo e vino per le famiglie, i biker e in generale i turisti che visitano la zona e che “verranno così esposti al nostro brand”. Anche qui ci sarà la possibilità di pernottare.
Come anticipato, Angelini Wine & Estates ha archiviato l’anno passato a quota 25,6 milioni di ricavi, in rialzo anche sul 2019 di due punti percentuali e mezzo. L’estero, in crescita del 31%, ha generato poco meno del 50% dei ricavi, soprattutto grazie all’Europa e all’area Asia-Pacific. La “grande scommessa dei prossimi anni sarà proprio l’estero – ha precisato Nicoletto – che pensiamo possa raggiungere il 60-65% in tempi rapidi”. La crescita passerà dal rafforzamento del mercato americano, tra Stati Uniti e Canada, a cui si aggiungerà il focus sull’area Asia-Pacific. Il mercato domestico, tradizionalmente rilevante, ha realizzato nell’anno un aumento del 33%, trainato dal canale moderno (+13%) e dal miglioramento della performance di quello tradizionale (+47 per cento).
A tale crescita di fatturato ha corrisposto anche un incremento della marginalità, “risultato di un miglioramento nel posizionamento strategico dei prodotti, di maggiore efficienza a livello industriale e di ottimizzazione dei processi su tutti i costi operativi”, come specificato dall’azienda. Nell’anno, l’ebitda è stato di 2,4 milioni di euro, pari al 9,5% del fatturato, cresciuto di circa 3 milioni di euro rispetto al 2020 “anche grazie al contributo derivante da alcune operazioni di disinvestimento di assets considerati non strategici”. A fine esercizio, la posizione finanziaria netta è migliorata di oltre 4,4 milioni di euro, per un valore pari a -3,7 milioni di euro (nel 2020 era -8,1 milioni di euro).
La buona scia intrapresa nel 2021 prosegue anche nei primi tre mesi del 2022, con ritmi di crescita persino superiori a quelli registrati lo scorso anno, sintomo che “stiamo registrando un consolidamento”.
Per quanto riguarda eventuali possibilità di M&A, Nicoletto non esclude investimenti già nel 2022. I criteri? “Cerchiamo innanzitutto un brand, che per noi è fondamentale”. Inoltre “deve essere una realtà complementare alla nostra, ovvero deve rappresentare un rafforzamento che sia tipologico o geografico o distributivo. Visto il nostro sbilanciamento sui rossi, guardiamo chiaramente soprattutto agli sparkling e alle tipologie a bacca bianca. Ciò che vogliamo fare è creare un portfolio prodotti rappresentativo dell’Italia che ci consenta di crescere”, ha concluso Nicoletto.