Prosit archivia il 2021 a quota 36 milioni di euro di ricavi, con un estero all’85% e un ebitda a 4,2 milioni. L’obiettivo è ora un “raddoppio abbondante” per il 2022. La realtà partecipata da Made in Italy Fund, il fondo di private equity promosso e gestito da Quadrivio & Pambianco, stima infatti di chiudere l’anno in corso toccando quota 89 milioni, anche grazie a nuove acquisizioni, “che porteranno un ottimo rinforzo del portafoglio prodotti”, come spiegato a Pambianco Wine&Food dal CEO Sergio Dagnino.
L’ultimo ingresso, risalente proprio agli scorsi giorni, riguarda Cantina di Montalcino, prima realtà toscana del gruppo che conta la pugliese Torrevento, l’abruzzese Nestore Bosco e la veneta Collalbrigo, a cui si affianca l’entrata nel capitale di Votto Vines, realtà americana che importa, commercializza e distribuisce diverse tipologie di vino provenienti da tutto il mondo, in particolare dall’Italia. La scelta di questa acquisizione è “dipesa da due componenti principali”, spiega Dagnino. La prima è da ricondursi al fatto che Cantina di Montalcino “è una tra le realtà vinicole più moderne e tecnologicamente avanzate a Montalcino, e un’ottima tecnologia è il prerequisito per la valorizzazione delle uve”. La seconda “è che, a parziale differenza di quanto fatto da Prosit fino ad ora, ovvero investire in realtà famigliari, qui abbiamo a che fare con una cooperativa che di fatto è una grandissima famiglia poiché fatta da 50 viticoltori. Facendo questa acquisizione abbiamo quindi ritenuto di portare su un’altra scala il concetto di Prosit”.
Come specificato dal CEO, il gruppo “non si fermerà a Montalcino”, proseguendo così il proprio piano di espansione che porterà alla creazione di un polo del vino premium. “In termini di rappresentanza regionale – specifica Dagnino a proposito del grado di avanzamento della creazione del polo – possiamo dire di essere a metà. Ci mancano infatti ancora due regioni importanti, ovvero Piemonte e Sicilia, per completare i prodotti più desiderati. Contiamo di completare il tutto entro il 2023”.
Nell’anno in corso, Prosit conta inoltre di fare investimenti per 25 milioni di euro, con cui appunto verrano realizzate acquisizioni e “investimenti tecnologici per rafforzare la capacità produttiva di alcune cantine”.
Per quanto riguarda la minaccia che rappresenta per il mondo del vino la guerra in corso, “Russia e Ucraina, anche se non come Germania e Stati Uniti, sono mercati importanti per l’Italia e credo che verranno meno nel 2022”, dice Dagnino. “Ma ciò che preoccupa maggiormente il settore vino sono le ripercussioni a livello di costi che si avranno per le limitazioni di energia ma anche per le materie prime per il packaging. Stava andando già così nell’ultimo trimestre e ora sta incrementando”. Tutto ciò comporterà un aumento dei prezzi dei vini Prosit? “No non ci sarà alcun aumento perché riteniamo che il mercato e i consumatori non siano in grado di assorbirli”, conclude il CEO.