Vola il fatturato alimentare che fa segnare una crescita del 16,5%, spinta anche dal record storico per il made in Italy alimentare all’estero, per un valore vicino ai 52 miliardi di euro per l’intero 2021, il massimo di sempre. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat sull’andamento tendenziale del fatturato industriale a novembre.
Un boom accompagnato da un cambiamento nelle scelte dei consumatori a livello globale che hanno privilegiato la scelta nel carrello di prodotti alleati del benessere come quelli della dieta mediterranea. La svolta salutista, però, non compensa lo scenario attuale. A preoccupare è l’impennata dei contagi provocata da Omicron a livello nazionale che ha generato un crack da 1,5 miliardi per il fatturato di bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi dall’inizio dell’anno.
“I locali si sono svuotati per il timore provocato dalla rapidità di diffusione dei contagi, per lo smart working e per il calo del turismo, ma anche – sottolinea la Coldiretti – per il fatto che milioni di italiani sono stati costretti a casa perché positivi al Covid, hanno avuto contatti a rischio e sono in quarantena o sono privi di green pass perché non vaccinati. La situazione di difficoltà non coinvolge solo le 360mila realtà della ristorazione, ma si fa sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare assicurata da 740mila aziende agricole e 70mila industrie alimentari”.
Il risultato, fa notare l’associazione, è una pioggia di disdette per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino all’olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura, ma anche su salumi e formaggi che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo, la ristorazione rappresenta inoltre il principale canale di commercializzazione per fatturato.
Sulla base di queste rilevazioni, Coldiretti lancia un appello. “Le crescenti difficoltà – sostiene – devono prevedere un adeguato e immediato sostegno economico per salvare l’economia e l’occupazione della filiera agroalimentare nazionale che rappresenta la prima ricchezza del Paese, ma è anche un settore chiave per la sicurezza e la sovranità alimentare soprattutto in un momento in cui con l’emergenza Covid il cibo ha dimostrato tutto il suo valore strategico”.