Nuovi vigneti, focus su ospitalità e un inedito podcast. Sono diverse le novità in Ca’ del Bosco, l’azienda franciacortina fondata da Maurizio Zanella e parte del Gruppo Zignago, della famiglia Marzotto. Nel 2022, dopo quattro anni, l’azienda terminerà infatti un piano di investimenti importante che si aggira sugli 80 milioni di euro. Gli ambiti coinvolti in questo piano hanno riguardato l’acquisto di terreni per metterli a vigna, l’ampliamento della cantina e l’ospitalità, i quali “hanno contribuito a creare una Ca’ del Bosco 2.0 – spiega a Pambianco Wine&Food il presidente Zanella – in cui abbiamo raggiunto le dimensioni in termini di vigneti e strutture di vinificazioni ideali, e il consumatore percepirà la svolta, in quanto tutte queste operazioni ci consentono di effettuare un salto di qualità”. Con l’ampliamento, la cantina arriva ad avere 252,23 ettari per circa due milioni di bottiglie.
Sul fronte ospitalità, l’azienda ha aperto da ormai una decina d’anni la cantina al pubblico con visite guidate e, poiché caratterizzata da flussi importanti, ha inoltre creato per questo business un’azienda specifica, attiva sette giorni su sette e che occupa 12 persone. La cantina, infatti, oltre alla proposta vinicola offre numerose opere d’arte che portano la firma di diversi artisti, tra cui Arnaldo Pomodoro, Igor Mitoraj, Stefano Bombardieri, Zheng Lu, per citarne alcuni.
Per raccontarsi ancora meglio, Ca’ del Bosco ha anche lanciato un podcast che si presenta come un documentario audio in quattro parti da circa 25 minuti ciascuna sulla storia della cantina e delle sue persone. “Siamo un’azienda abbastanza particolare – dice Zanella – poiché mono generazione e tutto sommato giovane, poiché abbiamo solo 50 anni. Siamo stati veloci nello svilupparci e in molti ci chiedono come abbiamo fatto. Ecco allora che abbiamo deciso di fare questo podcast, cercando di romanzare il nostro racconto”. Ogni episodio di ‘Vite nel bosco’, questo il nome del progetto realizzato con la podcast company Chora, si apre con un estratto dal diario di Zanella, cui dà voce l’attore Pierfrancesco Favino, ed è narrato da Martina Colombari, attrice e conduttrice televisiva. Tra le altre voci che si susseguono, si contano quelle di Marco Bizzarri, presidente e CEO di Gucci, del cantante Eros Ramazzotti, a cui si aggiungono anche le testimonianze di amici e parenti.
Per quanto riguarda il 2021, l’anno “si chiude molto bene”, dice Zanella, con un rialzo rispetto al 2019, chiuso a poco più di 36 milioni di euro. Le stime, infatti, si proiettano verso quota 44 milioni di euro, di cui il 18% generato dall’estero, contro i 40,6 milioni del 2020. “Quest’anno abbiamo chiuso le vendite a fine ottobre, e quindi con un mese d’anticipo rispetto al consueto fine novembre”, racconta il presidente. “Per alcuni prodotti, addirittura, soprattutto quelli di fascia più alta, abbiamo finito le scorte a settembre”.
Questo si riconduce al fatto che l’anno in corso “è stato caratterizzato da un rimbalzo, credo dettato dall’euforia delle persone che, dopo essere state confinate nelle proprie abitazioni per lungo tempo, hanno ripreso a uscire e a consumare”. Guardando ai ristoranti, in quanto il canale horeca è quello più battuto dall’azienda, con una forchetta tra il 60-75% data dalle vendite dirette e indirette, “non solo è difficile trovare posto, ma si può anche notare come ai tavoli si vedano più bottiglie ‘importanti’, a discapito di quelle più normali o ordinarie, forse perché c’è più attenzione a ciò che si beve o forse per esibizionismo”.
Guardando all’anno nuovo, “io sono ottimista di natura, ma credo che questa bolla durerà fino a gennaio e febbraio, poi si sgonfierà e si tornerà ai livelli di normalità che per noi sono quelli del 2019, con modalità di consumo più misurate e meno euforiche”, conclude Zanella. “Chiaramente tutto ciò può realizzarsi dando per assodato che la pandemia sia gestibile con i vaccini. Se così sarà, penso che il 2022 sarà caratterizzato da consumi più normali”.