L’Italia dice ufficialmente no al Prošek. Il Bel paese ha infatti trasmesso all’attenzione della Commissione europea opposizione ufficiale al riconoscimento della menzione geografica tradizionale europea richiesto da Zagabria per il Prošek, un vino dolce da dessert tradizionalmente proveniente dalla zona meridionale della Dalmazia. A illustrare le motivazioni, martedì 9 novembre, sono stati il ministro delle politiche agricole Stefano Patuanelli e il sottosegretario alle politiche agricole Gianmarco Centinaio. La Croazia ha ora 60 giorni di tempo per le controdeduzioni.
Quasi una bottiglia di vino italiano su sei stappate oggi all’estero è di Prosecco, che nell’anno in corso ha registrato un incremento delle vendite oltre confine del 32 per cento. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi ai primi sette mesi dell’anno. “L’iniziativa del Ministero – ha sottolineato l’organizzazione degli imprenditori agricoli – è importante per tutelare un patrimonio del Made in Italy che alla fine dell’anno raggiungerà un valore al consumo di 2,5 miliardi di euro dei quali la maggior parte realizzati sui mercati esteri con la leadership a livello mondiale in termini di volumi esportati davanti a Champagne e Cava”.
Gli Stati Uniti sono diventati il primo acquirente in valore di bottiglie di Prosecco con un aumento del 49% ma l’incremento maggiore delle vendite, si legge nella nota, si è verificato in Russia dove gli acquisti sono praticamente raddoppiati (+91%) mentre in Germania guadagna il 28%, seguita dalla Francia (+15%), il Paese dello Champagne in cui le bollicine italiane mettono a segno una significativa vittoria fuori casa, nei primi sette mesi del 2021. L’appeal delle bollicine made in Italy resiste anche alla Brexit dove le vendite aumentano del 5%, con la prospettiva di incrementare ulteriormente visto che il Governo ha annunciato il taglio delle tasse sul Prosecco e sui vini spumanti con un calo di circa 1,3 euro a bottiglia che si rifletterà sui prezzi di vendita e renderà più accessibile l’acquisto del vino italiano. E ora anche i cinesi hanno scoperto la bontà del bere italiano, con le spedizioni di Prosecco che sono addirittura più che triplicate nel 2021 (+238%).
Un successo che ha scatenato una fiorente produzione di imitazioni che rischiano di ingannare o confondere i consumatori di cui il Prošek è solo l’ultimo esempio, ma negli scaffali dei supermercati di tutto il mondo la Coldiretti ha smascherato anche il Meer-secco, il Kressecco, il Semisecco, il Consecco e il Perisecco tedeschi, ma in commercio sono arrivati anche il Whitesecco austriaco, il Prosecco russo e il Crisecco della Moldova, mentre in Brasile nella zona del Rio Grande diversi produttori rivendicano il diritto di continuare a usare la denominazione prosecco nell’ambito dell’accordo tra Unione Europea e Paesi del Mercosur.
A trainare il record sui mercati esteri un sistema che abbraccia due regioni (Veneto e Friuli Venezia Giulia), nove province e tre denominazioni d’origine (Prosecco Doc, Prosecco di Conegliano Valdobbiadene Docg e Asolo Prosecco Docg) per una produzione complessiva che ha raggiunto 700 milioni di bottiglie dopo aver incassato nel 2019 il riconoscimento Unesco per le Colline del Prosecco.