Cresce il mercato dei vini rosa, trainato dagli Usa che dal 2015 al 2020 segnano un +118% (fonte Iwsr). Gli statunitensi amano il rosa cipria, anche se mostrano poco interesse per la sua provenienza. Ma se il mercato americano diventasse più maturo, sarebbe utile affannarsi a produrre pessime imitazioni di uno stile peculiare come quello provenzale? Secondo l’ultima ricerca di Wine Monitor, l’Italia, con una quota di mercato ancora marginale (6%), ha registrato la variazione più significativa nell’ultimo anno (+63,9% tra 2019 e 2020), con prezzi per bottiglia in aumento, che collocano il nostro Paese dietro la Francia per posizionamento di fascia. Per Wine Monitor, l’Italia rappresenta il quinto mercato al mondo per consumo di vini rosati (13% del totale) e il quarto per produzione.
In Italia, le principali denominazioni storiche dei vini rosa, Chiaretto di Bardolino, Valtenesi, Cerasuolo d’Abruzzo, Salice Salentino, Castel del Monte, Cirò, si sono unite in un consorzio, Rosautoctono, proprio per promuoversi. “La nostra unione nasce per diffondere e valorizzare la cultura del vino rosa in Italia con tutte le sue diversità – afferma il presidente Franco Cristoforetti – e trasmetterla a operatori e pubblico”. In totale producono circa 23 milioni di bottiglie, con la zona del Garda in pole position. “Rosautoctono – commenta Valentino Campli, presidente del Consorzio d’Abruzzo, regione che con il suo Cerasuolo ha la vicepresidenza – ci consente di portare avanti progetti ad ampio raggio, anche a livello internazionale, che le singole denominazioni non riuscirebbero a realizzare”.
Il successo del prosecco rosé, d’altro canto, è già evidente. “Da ottobre a fine 2020 – dichiara il presidente del consorzio Stefano Zanette – sono state venduti 16,8 milioni di bottiglie. Dal primo dell’anno al 30 aprile sono state prodotti quasi 24 milioni di bottiglie”. Numeri che parlano da soli.
Anche le aziende puntano ai vini rosati. Da Tormaresca, del gruppo Antinori, il rosato di punta Calafuria negli ultimi tre anni ha triplicato le vendite e rappresenta il 30% del fatturato. Trend in crescita anche per la cantina Tollo in Abruzzo, con un 15% di aumento annuale ante pandemia. In Tenute Ruffino sono particolarmente soddisfatti dell’andamento del Prosecco rosé e in generale registrano una costante crescita di domanda dei vini rosati, fermi e mossi, trasversale ai mercati. Per Pasqua di Verona i rosati sono “the next big thing”, dimostrata dalla ricerca da loro commissionata a Wine Monitor di Nomisma, dove è emersa una significativa crescita delle etichette luxury nei rosé, in particolare negli Usa e Regno Unito.
Tra le prime ad imbottigliare Prosecco rosé, l’azienda Masottina di Castello Roganzuolo (Tv), conseguentemente all’adesione per la sperimentazione antecedente all’uscita sul mercato nell’ottobre dell’anno scorso, è soddisfatta dei risultati. Anche Serena Wines 1881 di Conegliano (TV) punta sul successo del Prosecco rosé, convinta che possa qualificare anche la proposta della denominazione, rifocalizzando verso l’alto il percepito da parte del consumatore. L’azienda Zeni di Bardolino conferma la crescita dei suoi rosati che negli ultimi 15 anni hanno avuto un aumento costante, incidendo per un 18% sul fatturato.
L’articolo completo è presente sul Pambianco Magazine Wine&Food n°3.