Cripto valute e beni non fungibili entrano a pieno regime anche nel mondo del vino italiano. A darne notizia è Rosario Scarpato, fondatore e direttore dell’Italian Wine Crypto Bank (Iwcb), la prima banca del vino italiano costruita su blockchain e criptovalute, sottolineando che si tratta di “un primato epocale”. Infatti, “i primi Nft legati al vino di pregio italiano saranno disponibili a breve e li emetterà l’Italian Wine Crypto Bank”, afferma il manager.
Come spiegato, un Nft – Token non fungibile è un blocco di dati registrati su una blockchain. Un Nft certifica che un digital asset è unico, quindi non intercambiabile, e la sua funzione è garantire che quello che i dati che rappresenta non possono essere copiati.
“Collezionisti, investitori o wine lover potranno acquistare Nft dalla banca, ognuno dei quali dà diritto alla proprietà di una speciale bottiglia numerata proveniente dalla migliore produzione delle cantine che aderiscono al progetto”, specifica Davide Casalin, manager delle relazioni tra Iwbc e le cantine. Tra i primi Nft dell’Iwcb ci sarà una selezione di magnum de Il Caberlot de Il Carnasciale firmate da Bettina Rogosky, proprietaria della Cantina toscana insieme con suo figlio Moritz e sua nipote Carla-Elle.
Infatti, ogni bottiglia con Nft reca la firma dell’enologo o del titolare della cantina e la riproduzione dell’etichetta firmata è conservata in esemplare unico nella blockchain della Banca.
In questo modo, si legge “non solo il possessore del Nft ha la possibilità di collezionare un vino pregiato e vendere il suo token unico, facendoci un possibile guadagno per l’incremento fisiologico del suo valore ma anche per l’unicità ‘artistica’ dello stesso token”. Infatti, “anche nel caso che decidesse di godersi il vino, gli rimarrà comunque la possibilità di collezionare sia la bottiglia reale (vuota) con l’etichetta firmata sia l’etichetta unica digitale tracciata dall’Nft, entrambe con un valore di mercato, peraltro incrementabile”.
I vini dell’Iwcb sono acquistabili solo con criptovalute.
Tra le cantine partner di Iwcb ci sono anche Allegrini, Arnaldo Caprai, Banfi, Baracchi, Casa Raia, Castello di Querceto, Elena Fucci, Giuseppe Cortese, Incontri, La Magia, Macchie Santa Maria, Macondo, Mocali, Salvatore Molettieri, Castello di Perno, Mazzei, Planeta, Sordo, Tasca d’Almerita e Tenuta Impostino.
Nelle scorse settimane, la cantina francese Château Dariusha fatto parlare di sé per aver messo in vendita immagini digitali di bottiglie di vino per oltre 300 sterline (circa 350 euro). Il produttore ha messo le immagini del suo Bordeaux sul sito BakerySwap alla cifra di 100 Bakery Tokens, la criptovaluta della piattaforma che è appunto un marketplace specializzato, tra gli altri, in Nft.
I token non fungibili stanno spopolando in diversi settori, tra cui l’arte e la moda e i suoi derivati. In quest’ultimo caso, gli esempi sono molteplici. Kate Moss, per esempio, si è avvalsa del know how del collettivo artistico Moments in Time per lo sviluppo di tre short film, ciascuno dei quali la ritrae in momenti quotidiani, girati presso la sua abitazione. ‘Drive with Kate’, ‘Sleep with Kate’ e ‘Walk with Kate’ la ritraggono durante un giro in auto, nei primi momenti del risveglio e mentre passeggia in campagna. I tre short video sono stati messi all’asta attraverso la piattaforma specializzata Nft Foundation, e una parte dei proventi verrà devoluta alla fondazione Gurls Talk della modella Adwoa Aboah.
Lo studio di design Rtfkt e il designer digitale 18enne Fewocious hanno invece venduto 613 paia di scarpe per un totale di 3,1 milioni di dollari con prezzi che oscillano dai 3 ai 10mila dollari a paia. In questo caso, gli acquirenti hanno successivamente ricevuto a casa le calzature fatte di suola e stringhe reali, ma il vero prodotto da sfoggiare è quello visibile dal display dello smartphone.
Tra gli altri casi, si contano Ebay, amplia le sue categorie merceologiche puntando per la prima volta ai nft, e la ‘Birkin’ di Hermès.