Inizia in salita la strada di Deliveroo alla Borsa di Londra. Nel giorno del debutto, il titolo della società delle consegne a domicilio è sceso del 14% dopo aver fatto segnare anche il -30% rispetto al prezzo di partenza che, contrariamente alle previsioni o speranze della vigilia, era il più basso della forchetta prevista ovvero 3,9 sterline contro un massimo di 4,6.
A determinare l’insuccesso è stata la mancata risposta dei fondi di investimento durante il roadshow di Deliveroo verso l’Ipo. Secondo quanto riportano le testate specializzate in finanza, diverse case di gestione del risparmio (Legal & General Investment Management, M&G Investments, Aberdeen Standard Investments e Aviva Investors) hanno deciso di non partecipare per due ragioni. La prima riguarda il modello di business di Deliveroo, non esente da critiche di ordine etico per le condizioni di lavoro dei rider; la seconda riguarda la scelta di prevedere una doppia classe di azioni, modalità che consente al fondatore Will Shu di mantenere il controllo della compagnia pur detenendo solo il 6,3% del capitale. Essendo unico titolare di azioni di classe B, Shu avrà diritti di voto al 57,5 percento.
Shu aveva evidenziato, poco prima dell’avvio delle contrattazioni, gli obiettivi dello sbarco in Borsa. “In questa nuova fase del nostro percorso come azienda quotata – aveva detto il ceo – continueremo ad investire nelle innovazioni che aiutano ristoranti e supermercati ad accrescere il loro business, dando ai clienti più scelta che mai e procurando ai rider più di lavoro. Il nostro obiettivo è la costruzione dell’azienda di riferimento del cibo on line e siamo molto emozionati per il futuro che ci aspetta”.