Il peso della pandemia su bar, trattorie, ristoranti, pizzerie e agriturismi supera il milione di tonnellate. È la stima che emerge dal primo primo bilancio della Coldiretti sull’impatto sulla filiera agroalimentare delle chiusure decise dal Consiglio dei Ministri diffuso in occasione del Summit della Coldiretti con il Governo “Recovery ‘Food’, l’Italia riparte dal cibo” organizzato con Filiera Italia. Secondo il documento, con le misure previste dall’ultimo decreto per tutto il mese di aprile salgono a 1,1 milioni di tonnellate i cibi e i vini invenduti dall’inizio dell’emergenza sanitaria. A rischio anche oltre 5mila specialità dell’enogastronomia locale, dai formaggi ai salumi fino ai dolci, per la mancanza di sbocchi di mercato per l’assenza di turisti e la chiusura di ristoranti e agriturismi.
Secondo la Coldiretti, sarebbero 330 le tonnellate di carne bovina mai arrivati nell’ultimo anno sulle tavole dei locali, a cui si aggiungono 270mila tonnellate di pesce e frutti di mare e circa 220 milioni di bottiglie di vino. L’aumento della spesa alimentare delle famiglie italiane del 7,4% nel 2020 per il maggior tempo trascorso a casa non è servito a compensare il crack che si è verificato nella ristorazione con il dimezzamento del volume di affari (- 48%) con il risultato che i consumi alimentari degli italiani che nel 2020 scendono al minimo da almeno un decennio con un crack senza precedenti da 30 miliardi, secondo analisi Coldiretti su dati Ismea.
I tre giorni di Pasqua in zona rossa costano 1,7 miliardi ai 360mila ristoranti, bar, pizzerie e agriturismi costretti alla chiusura in tutta Italia proprio in uno dei weekend più importanti dell’anno dal punto di vista economico, con un impatto significativo su fatturati ed occupazione.