Edoardo Freddi International è in piena espansione. La società specializzata nella distribuzione internazionale dei vini italiani ha aumentato del 37% il proprio giro d’affari del 2020, salendo da 40 a 55 milioni, e stima per l’anno in corso un’ulteriore crescita tra il 15 e 20% grazie anche all’ingresso in portafoglio dei vini di diverse cantine, tra cui spicca per dimensioni la abruzzese Codice Citra, e al rafforzamento in Far East, con Cina e Corea in pole position. Un’altra novità annunciata dal fondatore e ceo Edoardo Freddi è l’apertura di una sede negli Stati Uniti.
L’Europa oggi genera il 44% dei ricavi della società, precedendo Stati Uniti e Canada (26%) e Asia (24%). In prospettiva, si guarda anche all’Africa, dove Freddi punta a entrare in maniera più decisa. Oggi Efi è la prima azienda italiana di export management del settore vino, con 37 cantine nel proprio portfolio rappresentate in esclusiva, e con 28 milioni di bottiglie commercializzate nell’ultimo anno, quando oltre a Codice Citra si sono aggiunti altri 5 nuovi partner compresa una start-up dedicata al mondo del vino in lattina.
Le denominazioni più vendute sono il Prosecco, il Primitivo, il Moscato e vari aromatizzati. Le regioni che hanno performato meglio sono state la Puglia, il Piemonte, l’Alto Adige, l’Abruzzo e il Veneto. Tra i canali, invece, brilla l’e-commerce, la cui quota si aggira intorno al 15-20% del totale del vino venduto, di cui un 5% è gestito direttamente da Efi.
Gli investimenti previsti per l’anno in corso riguardano la sede statunitense e il potenziamento della sede aziendale di Castiglione delle Stiviere, con l’apertura dei nuovi uffici che porteranno la società a triplicare gli spazi.
“Con la nostra realtà – afferma in una nota Edoardo Freddi – gestiamo una percentuale significativa del vino italiano imbottigliato e venduto nel mondo. Il nostro scopo è quello di creare delle relazioni che portino le cantine al successo internazionale. L’emergenza sanitaria ci ha portato ovviamente a riformulare le nostre strategie di business, ma i dati sono incoraggianti”.