Assieme a Codogno, Vo’ Euganeo si è trovata suo malgrado al centro della scena per esser stata la prima zona rossa d’Italia e perché proprio nella cittadina veneta, alle pendici dei Colli Euganei, viveva il primo paziente deceduto a seguito della pandemia. Un anno estremamente difficile per tutta la comunità e anche per la Cantina Colli Euganei, realtà cooperativa con sede a Vo’, a cui fanno riferimento 530 soci per un patrimonio complessivo di 750 ettari vitati. Per oltre due mesi, le operazioni sono state sostanzialmente bloccate, con la sola eccezione di un addetto autorizzato dalla Prefettura per la gestione delle autoclavi.
“Da marzo a giugno, con lo stop dell’horeca e quello dell’export, abbiamo perduto circa un milione di euro”, racconta a Pambianco Wine&Food il dg Alessio Equisetto, giunto a fine mandato per sopraggiunti termini di età. Ciononostante, per la cantina più importante del paese e della zona euganea, il bilancio dell’esercizio 2019/20, concluso a luglio, non è negativo. I ricavi si sono assestati attorno a quota 16 milioni, in linea con l’anno precedente, grazie alla vendita effettuata a prezzi superiori rispetto a quelli applicati nel 2019.
L’azienda, che vende per il 75% nel mercato interno e per il 25% all’estero (principali destinazioni Germania, Paesi Bassi, Francia e Danimarca), ha una quota di imbottigliato pari al 40% della produzione totale, pari a circa 4 milioni di colli; il resto viene venduto a grossisti e imbottigliatori, con una parte legata ai propri punti vendita per lo sfuso. Il 30% della produzione deriva da uve a bacca rossa e il 70% a bacca bianca, principalmente Moscato. I Colli Euganei sono noti soprattutto per la docg Fior D’Arancio Colli Euganei, spumante dolce a base di uva Moscato giallo, e per diversi vini doc, tra cui spiccano il Rosso da uve bordolesi e il Serprino, la cui uva è riconducibile come biotipo alla Glera (quella del Prosecco, coltivato anche nella provincia di Padova). Un territorio vulcanico, quello dei Colli Euganei, che stenta a imporsi sulla scena internazionale ma che possiede ampi margini di crescita, in questa fase penalizzati dallo scarso successo dei vini da dessert e degli spumanti dolci.
In Cantina Colli Euganei, per reagire allo stallo pandemico, hanno pensato di inserirsi nel filone dei vini solidali, partendo dal dramma del Covid per lanciare un progetto basato su due vini rappresentativi del territorio. Per ogni bottiglia venduta di Serprino Spumante doc e di Rosso doc, grazie alla collaborazione di supermercati e punti vendita, un euro è stato donato all’Università di Padova per la ricerca e 10 centesimi al Comune per finanziare la ripresa economica del paese e del territorio. Per il progetto sono state prodotte 100mila bottiglie. “Lo porteremo avanti fino ad aprile – precisa Equisetto – e grazie al nostro progetto, nelle casse del Comune sono già entrati 50mila euro. È stata importante l’adesione delle catene della grande distribuzione come Despar, Famila e Alì, ma anche e soprattutto la fiducia dei consumatori verso i nostri vini”.
Nel frattempo, la Cantina si è attrezzata per le vendite dirette online, prima affidate a una società esterna con risultati marginali, e ha avviato una collaborazione con il marchio La Montecchia, di proprietà Conte Emo Capodilista (socio della cooperativa euganea), per l’imbottigliamento dei vini prodotti dall’azienda posizionata in fascia alta, dando così vita a un primo progetto di rete.
Nel frattempo, continua il buon momento per il canale gdo, ma Cantina Colli Euganei non perde di vista l’horeca. “Se tutto andrà bene, confidiamo in un rimbalzo per la primavera”, conclude Equisetto.