Cecilia Beretta, punta di diamante nella produzione vinicola dei vini di Pasqua Vigneti e Cantine e dedicata a un’intellettuale del Settecento, viene portata avanti da un’altra volitiva Cecilia, terza generazione di una delle più importanti famiglie del vino della Valpolicella. Nasce quindi una limited edition di bottiglie dedicate a 33 donne che rappresentano delle eccellenze in ambiti quali la scienza, la tecnologia, la matematica e l’ingegneria. Un legame forte con il terroir perché Cecilia Beretta abitava proprio nella villa che sorge accanto ai vigneti che danno vita a questo vino: figlia del conte Giuseppe Beretta, fu donna colta e raffinata che nel suo salotto accolse intellettuali, artisti e musicisti provenienti da tutta Europa, oltre che promotrice di iniziative filantropiche e di attività di mecenatismo. Oggi i vini Cecilia Beretta vengono seguiti da un team tutto al femminile con la supervisione di Graziana Grassini, tra le prime donne winemaker italiane, allieva di Giacomo Tachis.
“Si tratta di una linea di 200 mila bottiglie per sette vini che abbiamo dedicato a una grande donna del nostro passato. L’innovazione è una questione di mentalità e metodo, un’ambizione a costruire un futuro diverso rompendo gli schemi. Che sia in un laboratorio scientifico o per una causa sociale, un progresso economico o una battaglia ambientale, le donne sono spesso le prime portavoce della voglia di cambiamento: un approccio che, ben prima delle grandi rivoluzioni femministe del XX° secolo, ha trovato interpreti ispirate. Ci siamo affidati al magazine Wired per selezionare 33 donne meritevoli e alla matita dell’eclettica illustratrice Clorophilia per tradurre in immagini lo sguardo appassionato di ricercatrici, imprenditrici, artiste, startupper che, attraverso la propria opera, hanno fatto cose straordinarie in Italia e nel mondo” racconta a Pambianco Wine&Food Cecilia Pasqua. “Secondo le ultime statistiche solo tra più di 100 anni vi sarà un’effettiva parità di genere sul mondo del lavoro, ma nel frattempo ritengo sia necessario e importante parlare di questi temi per accelerarne il processo di convergenza”.
Un restyling che è iniziato due anni fa per i 90 ettari, di cui 53 in affitto, acquisti dalla famiglia Pasqua alla fine degli anni Ottanta per linea Cecilia Beretta: “Abbiamo voluto focalizzarci sui cru, valorizzando il nome dei vigneti che in Valpolicella cambiano totalmente di conformazione del suolo e quindi di carattere nel vino, anche a distanza di un centinaio di metri. Per questo in etichetta si legge in grande Brognoligo, ultimo versante del veronese verso Vincenza, dai terreni vocati per i bianchi per indicare il nostro Soave, una nostra Garganega in purezza. O ancora il Mizzole, un Valpolicella “primordiale” come era fatto in origine, leggero, morbido, molto fruttato. Da quando abbiamo realizzato questi cambiamenti finiamo le 200 mila bottiglie sempre più in fretta” racconta Cecilia Pasqua.
La linea è prevalentemente destinata al canale horeca in Italia e all’estero. Il gruppo ha chiuso il 2019 a 60,2 milioni di euro e con un aumento del 10%, principalmente grazie all’impennata delle vendite in Asia (+26,5% per la controllata Pasqua Asia).
di Camilla Rocca