Domenica scorsa, Langosteria ha fatto segnare il record storico di coperti nella location ligure di Paraggi e ora si prepara ad aprire il suo pop up restaurant sul lago di Como, all’interno del Mandarin Oriental, dove il locale resterà aperto fino al 13 settembre nel parco botanico del resort. È un periodo di attività intensa per il brand di ristorazione fondato da Enrico Buonocore, che nel frattempo ha avviato la formula delivery Langosteria a Casa e sta ultimando i lavori per il dehors di Langosteria Bistrot, come racconta a Pambianco Wine&Food in quest’intervista.
Come sarà il locale sul Lario?
Siamo in un contesto bellissimo, una terrazza sul lago. Il ristorante avrà una settantina di posti, resterà aperto ogni sera dal martedì alla domenica e, spero già dalla fine di luglio, anche a pranzo. Nasce da una chiacchierata durante il lockdown con Luca Finardi, general manager del Mandarin Oriental di Milano: all’epoca eravamo tutti indecisi se ripartire o no, io gli avevo chiesto la possibilità di entrare nell’hotel milanese e lui mi ha proposto la struttura di Blevio, che all’epoca non avevo mai visitato. Il 4 maggio, appena è stato possibile muoversi in regione, l’ho fatto e ho scoperto un hotel fantastico. Sarà il nostro secondo tender, studiato per raggiungere i clienti milanesi e gli internazionali europei, un nuovo target cliente che dobbiamo intercettare a Como.
Da quali Paesi arrivano?
Mi raccontano che è già arrivata molta clientela svizzera, tedesca e nord europea in generale, e che ci sono molte richieste Usa ovviamente in stand by. E poi ci saranno tanti italiani, anche da Milano, che riscopriranno i tesori della propria regione. A Como, così come a Milano, le attività ricettive si dovranno abituare a gestire un cliente new local. Succede anche in Liguria.
Come sta andando a Paraggi?
La scorsa domenica c’è stato il record di presenze. Nei weekend arrivano tutti gli italiani che in passato sceglievano Formentera, Mikonos e altre località estere. La domanda è tale che abbiamo deciso di inviare in Liguria sei risorse in più da Milano.
E come va all’ombra del Duomo?
Domenica prossima apriremo il dehors a Langosteria Bistrot, mentre lo storico Langosteria di via Savona sta procedendo molto bene. Le previsioni iniziali erano nere, pensavamo di perdere il 60-70% del budget prefissato e invece viaggiamo al -25 percento. Ora, con il dehors, Langosteria Bistrot rischia di raggiungere il budget se non addirittura di superarlo.
Passaggi successivi?
A fine settembre riapriremo Langosteria Cafè, che attualmente ospita il nuovo Langosteria a Casa, un servizio sul quale crediamo fermamente e che sarà destinato al trasferimento in una dark kitchen. Senza dimenticare l’altra novità, Chef a Casa, che nelle prossime settimane avrà ulteriori sviluppi: faremo anche Langosteria in Barca, con un servizio organizzato nell’imbarcazione di un nostro cliente ormeggiato a Portofino, e Langosteria in ufficio, con il primo servizio in occasione del cda di un’azienda. Il nostro capo chef Mimmo Soranno è il mattatore di questi progetti, che spesso segue in prima persona.
Come vede il futuro della ristorazione?
Il mondo è cambiato. Le attività che vanno bene sono il frutto di una semina, perché in questo momento gli esperimenti sono andati in soffitta e la clientela non ha molta voglia di rischiare. Penso che quest’anno così particolare possa costituire una buona occasione per rilanciare la qualità del turismo italiano, e uno dei veicoli per far tornare i turisti esteri in Italia sia proprio il fine dining e la collaborazione con le migliori strutture alberghiere. Nei prossimi 18 mesi avremo un turismo italiano ed europeo, che significa una clientela particolarmente sofisticata. E tutti noi dovremo essere pronti ad accogliere questo tipo di cliente, offrendo tanta qualità e studiando nuove formule. La collaborazione con il Mandarin nasce dall’emergenza e, senza il Covid, ognuno avrebbe continuato per la sua strada, curando il proprio orticello. Invece, siamo partiti assieme e in piena velocità.