È stato assegnato a José Andrés il premio Basque Culinary World Prize, attribuito dal governo del Paese Basco e dal Basque Culinary Center agli chef che lavorano su progetti di rilevanza sociale e ai quali vengono concessi, con la vittoria, 100mila euro da destinare al finanziamento del progetto stesso.
Andrés è un cuoco e imprenditore spagnolo che lavora a New York, dov’è proprietario di una catena di ristoranti. Lo scorso anno era stato anche candidato al premio Nobel per l’opera prestata a Puerto Rico dopo il passaggio dell’uragano Maria, che mise in ginocchio l’isola. Fu allora che sotto il cappello della World Central Kitchen, nell’arco di un solo mese, servì più di due milioni di pasti ai portoricani, riuscendo a creare un vero e proprio network di chef aderenti al progetto.
Da allora, World Central Kitchen è diventato un punto di riferimento durante la pandemia da Covid-19 e Andrés è intervenuto in diverse città degli Usa e della Spagna gestendo circa 150 cucine in 10 città in collaborazione con chef locali, con banchi alimentari e con la Croce Rossa.
Secondo la giuria del Bcwp, Andrés ha rappresentato gli sforzi fatti dagli chef di tutto il mondo per cercare di reagire alle sfide avanzate dalla crisi; impersonando lo spirito collaborativo indispensabile in tempi così critici e spingendo molti altri colleghi a fare altrettanto. Nelle motivazioni del premio, viene riconosciuto come ispiratore da molti tra coloro che hanno deciso di promuovere iniziative a livello locale, divenendo un simbolo globale dell’impegno degli chef nel facilitare l’accesso al cibo in zone di scarsità, gestire mense di solidarietà in contesti complessi, ripristinare le catene di fornitura per i piccoli produttori, fornire sostegno diretto al personale dei ristoranti.
Si tratta della quinta edizione del premio, lanciato per la prima volta nel 2016. I precedenti vincitori sono stati la venezuelana Maria Fernanda Di Giaccobe per il progetto Cacao de Origen, la colombiana Leonor Espinosa per Funleo, lo scozzese Jock Zonfrillo per Orana Foundation e lo statunitense Anthony Myint per Zero Foodprint e per Perennial Farming Initiative.