La produzione delle colombe pasquali? “Oramai è bloccata” risponde Andrea Muzzi, ceo di Idb Group, Industria Dolciaria Borsari, realtà leader nel settore dei lievitati da forno di fascia premium. Tutto è fermo da tre settimane, mentre si avvicina il momento della Pasqua che, dal punto di vista del business, si preannuncia come una Pasqua in parte mancata. E se le consegne alla grande distribuzione sono state regolarmente effettuate, quel che manca è da un lato il mondo della ristorazione e del cash&carry, dall’altro tutta la regalistica. In sostanza, tengono i consumi familiari ma non bastano a pareggiare il conto.
Muzzi afferma che verrà a mancare un 30% di fatturato, perché fortunatamente alla fine di febbraio era già stata consegnata la maggior parte degli ordini. Il gruppo, che comprende otto marchi di lievitati (Tommaso Muzzi, Borsari, Antica Pasticceria Muzzi, Giovanni Cova & C. Scar Pier, Torronificio Bedetti, Golfetti e La Torinese), stima una perdita di circa tre milioni di euro dalla campagna di Pasqua. È stato nel frattempo attivato il canale e-commerce, precedentemente evitato perché, spiega il ceo, “temevamo potesse essere interpretato come un’iniziativa ostile da parte dei clienti horeca, mentre adesso rappresenta una necessità”.
La stagione delle colombe pasquali era iniziata molto bene, tanto da indurre l’azienda a una crescita previsionale del 20% fino a metà febbraio. Poi è arrivato l’inizio del contagio, che ha interrotto un business molto promettente. E se l’esercizio precedente era stato chiuso al 30 giugno 2019 con circa 50 milioni di ricavi, in crescita dell’8% anno su anno, il prossimo dovrebbe arrivare allo stesso livello, grazie all’ottima stagione natalizia.
Fin qui, persa l’occasione di mettere a segno un ulteriore incremento, tutto bene. Si pongono però tre problemi. Il primo, quello dell’invenduto, verrà risolto con un’operazione benefica: Borsari donerà le colombe pasquali rimaste in magazzino al personale medico e paramedico del Policlinico di Milano, come piccola gratificazione per chi sta mettendo a rischio la propria vita per salvarne tante altre. Il secondo riguarda il rischio di insolvenza da parte dei clienti horeca, canale che rappresenta la metà del business complessivo di Idb. Il terzo, infine, è legato agli strascichi della situazione attuale. “Soffriremo per 6-9 mesi almeno, e la campagna vendite per il Natale rischia di finire dentro questa crisi”, afferma Muzzi. “Siamo un’azienda solida, ma non potremo fare da banca per i nostri clienti. Le banche e lo Stato dovranno supportare il settore della ristorazione e il fuori casa, altrimenti il sistema collassa”.