Il fenomeno delle dark kitchen sta diventando realtà. Lo dimostra la scelta di Glovo, che ha aperto a Milano la sua prima Cook Room dedicata alla cucina in outsourcing per i partner della ristorazione. Può ospitare fino a sei partner con spazi dedicati e i primi quattro ad aver aderito al progetto sono Tomatillo, Pacifik Poke, Pescaria e Bun, già operativi nella cucina professionale allestita dalla piattaforma presente in oltre cento città d’Italia.
In questo modo, Glovo darà respiro ai ristoranti che, in condizioni normali di lavoro (certamente non in questi giorni caratterizzati da un forte calo di presenze), faticano a gestire le consegne tramite rider con rischio di saturazione delle cucine. Inoltre, si apre la possibilità di potenziare le vendite senza dover aprire nuovi locali, con conseguente incremento dei costi di affitto e di gestione. Il fenomeno è stato oggetto lo scorso anno di un numero di Pambianco Magazine Wine&Food.
Per il cliente finale del food delivery non cambia nulla. L’ordine avviene sempre tramite app e la consegna viene effettuata a domicilio. A livello gestionale cambia invece molto, perché il rider di Glovo ritira l’ordine direttamente presso la Cook Room anziché recarsi in un ristorante o in uno store.
La prima adesione è quella di Tomatillo, brand legato alla cucina messicana e presente con un locale a Milano Scalo Outlet & More. Pacifik Poke sbarca a Milano proprio con la dark kitchen di Glovo, essendo nato e basato a Torino dove per primo ha portato le specialità hawaiane e in particolare il poke diventato oggetto di culto un po’ ovunque. Pescaria si rafforza in città, dove è già presente dal 2016, sperimentando con Glovo la formula “solo fritti”, con consegna rapida a domicilio della frittura di mare. Esattamente come Pacific Poke, anche Bun entra su Milano in modo”dark” replicando l’offerta già testata ad Arese e basata non solo sull’hamburgeria tradizionale, ma anche su quella 100% vegetale e proteica.
Quella di Milano è la prima Cook Room italiana e la sesta a livello mondiale per Glovo, che è già presente con formule analoghe in Spagna (una a Madrid e una a Barcellona) e in America Latina (due a Lima e una Buenos Aires).
“Offrire uno spazio in outsourcing a realtà del mondo della ristorazione – ha affermato in una nota Elisa Pagliarani, general manager di Glovo Italia – ci consente di tenere insieme due aspetti fondamentali del delivery: l’opportunità di sviluppo ulteriore del business per i partner e il valore aggiunto per il consumatore finale”.