L’ingresso all’interno della holding Prosit ha stimolato gli investimenti di Collalbrigo. L’azienda del Prosecco superiore docg, di proprietà della storica famiglia veneziana Cosulich (erano armatori ai tempi della Serenissima), è un cantiere aperto per la trasformazione della sede di Collalbrigo, nei pressi di Conegliano (Treviso), in chiave hospitality, ricavando una sala tasting e un wine shop che dovrebbero essere inaugurati entro l’estate. Il passaggio successivo, racconta a Pambianco Wine&Food Federico Cosulich, figlio del titolare Francesco, che ha preferito l’attività nell’azienda di famiglia a una carriera ben avviata nella City a Londra, sarà il rilancio della produzione in cantina, esistente ma non operativa da diversi anni poiché la vinificazione era stata affidata all’esterno. Proprio l’impegno diretto di Federico in azienda e la successiva adesione a Prosit (con Torrevento) hanno indotto la famiglia Cosulich a riprogrammare l’attività: “Dentro la nostra cantina faremo i prodotti di punta: il Rive di Collalbrigo, un Prosecco non filtrato che chiameremo Brigò e infine un rosso ‘superveneto’, da taglio bordolese con l’aggiunta di uve Marzemino”, precisa Federico, che opera come brand ambassador e responsabile dello sviluppo commerciale.
Collalbrigo, se paragonata ai colossi da milioni di bottiglie che operano nelle colline trevigiane, si presenta come azienda-boutique. Lo scorso anno ha immesso nel mercato circa 650mila bottiglie per un giro d’affari di circa 2,5 milioni di euro. Dispone di 20 ettari di proprietà e punta ad aumentare il valore medio del prodotto, ma anche i volumi e la brand identity. “L’obiettivo prudente – afferma il presidente Francesco Cosulich – è arrivare ad almeno due milioni di bottiglie, con la possibile creazione di un hub spumantistico a nordest, catalizzatore di eventuali opportunità che si potrebbero verificare nei prossimi anni”.
Il 2019 è stato un anno fondamentale per la svolta di Collalbrigo, essendo stato caratterizzato dall’operazione Prosit conclusa a novembre, dal riconoscimento del patrimonio Unesco per le colline del Prosecco (che sarà lo stimolo per investire in hospitality in tutto il territorio) e dal cambiamento del disciplinare della docg con l’inserimento della valorizzazione della tipologia Rive, da uve provenienti dai vigneti in forte pendenza. È nato così il progetto Rive di Collalbrigo, etichetta al debutto dall’annata 2019 e che sarà in commercio a partire dal mese di agosto.
Quanto a Prosit, la famiglia Cosulich ha aderito perché, spiega Federico: “Ci è piaciuto il modello e lo abbiamo trovato in linea con la volontà familiare di dare un prospero futuro all’attività. Facilita la crescita, alleggerendo l’azienda dal punto di vista operativo e rendendola più dinamica. Me ne sto rendendo conto adesso che lavoro con il supporto dell’ottimo team commerciale creato da Sergio Dagnino. Mio padre ha lavorato sodo per creare un brand premium e superpremium in ambito Prosecco, e ora i suoi sforzi saranno ricompensati”.
Collalbrigo, che vende per l’80% all’estero (Usa primo mercato) e per il 20% in Italia, è da trent’anni un partner consolidato di Cipriani, essendo il suo principale fornitore di Prosecco. “È il frutto di una storia di amicizia tra famiglie, consolidata negli anni in una collaborazione che ha messo noi nella condizione di fornire uno dei gruppi di ristorazione più prestigioso nel mondo, e loro di potersi rifornire da un produttore di alta qualità. Il risultato è una fornitura private label che si sta sviluppando anche su altre direzioni”, precisa Francesco Cosulich.
Resta fuori dall’orbita di Prosit l’attività che i Cosulich hanno avviato nell’isola di Susak, l’antica Sansego, situata al largo del Quarnaro in territorio croato. Qui, alla fine degli anni Ottanta quando ancora Susak apparteneva alla Jugoslavia, i Cosulich (peraltro originari della zona) piantarono 30 ettari di vigneto da cui oggi ricavano 40mila bottiglie, destinate a raddoppiare nei prossimi anni, con etichetta Sansego.