Da birreria di provincia a format replicato in tutta Italia. L’ascesa di Löwengrube sta diventando un caso da manuale nel mondo della ristorazione replicabile grazie a una formula originale che si basa sulla tipicità bavarese da un lato e sulla volontà di diffondere la beer experience dall’altro. Il risultato è che oggi il concept creato nel 2005 a Limite sull’Arno da Pietro Nicastro si sta espandendo nel nord Italia con la duplice formula della ristorazione fissa e del wagen, attraverso il modello franchising. E se a dicembre 2018 erano 8 i locali più 5 i food truck a marchio Löwengrube, alla fine di quest’anno la cifra salirà rispettivamente a quota 18 e 10, per un totale di 28 insegne.
“Stiamo conquistando i vecchi partner di gruppi come Burger King e McDonald’s – spiega a Pambianco Wine&Food il fondatore e CEO della società Lowen-com, titolare del marchio e in grado di ricavare nel 2018 royalties per 1,1 milioni di euro, a cui si aggiungono gli 1,5 milioni del locale direttamente controllato alle porte di Firenze: tutta la rete, complessivamente sommata, fattura sui 15 milioni di euro. “La formula funziona perché oggi il cliente finale cerca qualcosa di vero ed esperienziale: quando viene da noi, è un po’ come entrare all’Oktoberfest”. Tra i partner inoltre compare un colosso come Chef Express: “Con loro abbiamo aperto un Löwengrube lo scorso luglio all’aeroporto di Cagliari e ora siamo in gara per lo scalo di Catania”, sottolinea Nicastro.
Il calendario delle inaugurazioni è abbastanza intenso. Sempre a Catania arriverà un wagen al centro commerciale Etnapolis, poi sarà la volta di Rende (Cosenza), Taranto e poi a settembre una doppia apertura a Roma e a Monza. Quest’ultimo, un locale da oltre 700 metri quadrati, determinerà l’accelerazione della crescita in Lombardia, dove ora Löwengrube è presente soltanto a Castellanza. Le due ultime aperture anticiperanno di qualche giorno l’Oktoberfest vero, a cui la società partecipa portando un numero selezionato di clienti con tanto di tavolo riservato per la prima sera, visita alla fabbrica della birra Löwenbräu al mattino successivo e chiusura della seconda serata alla storica birreria Ratskeller nel centro storico di Monaco di Baviera. Proprio Löwenbräu, dopo un’iniziale querelle legale per l’assonanza tra i marchi, compare oggi tra i fornitori qualificati di Löwengrube e il legame è anche in qualche modo storico, poiché il nome del format deriva da una via di Monaco che Nicastro scoprì alcuni anni fa senza sapere, all’epoca, che era la stessa via in cui storicamente era presente la prima fabbrica di Löwenbräu.
In prospettiva, Nicastro si prepara a cedere una quota, non oltre il 30%, del capitale oggi interamente controllato della società Lowen-com con l’obiettivo di sostenere uno sviluppo anche diretto della catena, non limitandosi perciò al franchising. “Dobbiamo arrivare ad almeno 50 punti vendita prima di valutare l’ingresso di un fondo di investimento per andare anche all’estero, partendo con Francia, Spagna e Paesi dell’Est. Anche se, tra i nostri sogni, ci sarebbe un’apertura proprio a Monaco di Baviera”, conclude il fondatore.