Un’azienda di pasticceria artigianale di grandi dimensioni e in piena crescita grazie al panettone, da cui dipende il 75% del suo giro d’affari. Ma non è lombarda. Quei panettoni vengono sfornati alle pendici delle Madonie, in località Castelbuono, provincia di Palermo. Si tratta di Fiasconaro, che si accinge a rinnovare la collaborazione con Dolce & Gabbana iniziata nel 2018 con un paio di referenze. “Hanno voluto dare un bel vestito ai nostri prodotti. Quest’anno la gamma sarà potenziata, ora vedremo come”, ha anticipato a Pambianco Wine&Food Nicola Fiasconaro, il pasticcere che fu conquistato negli anni Ottanta dal dolce simbolo di Milano ascoltando una lezione di Teresio Busnelli, maestro di Arluno. “Mi incantò, e fu allora che decisi di fare il panettone in Sicilia. Mio padre ne commercializzava circa duemila per il suo bar con annessa ditta di catering. Quell’anno gli dissi: te li preparo io. Credo siano stati i primi panettoni fatti in tutta l’isola”. E quando Fiasconaro decise di continuare a produrlo, i suoi conterranei gli davano del matto. “Mi dicevano: ma fai la cassata, che è meglio…”. Oggi però Fiasconaro ha 140 addetti e nel 2018 ha realizzato 18 milioni di ricavi. “A settembre abbiamo già piazzato tutta la produzione fino a fine anno, nettamente inferiore alla domanda. Se uno ne vuole cento, dobbiamo dargliene cinquanta. Il nostro panettone non va in svendita ed è giusto così, perché a livello industriale è stato massacrato. Il panettone merita più rispetto”.
I clienti di Fiasconaro sono negozi specializzati, boutique del gusto, tante aziende per la regalistica e privati che contattano direttamente la sede aziendale per la consegna. L’export pesa poco meno del 25% e viene gestito tramite importatori, incontrati per la maggior parte durante Tuttofood. La linea realizzata per Dolce e Gabbana è stata molto importante a livello d’immagine; le vendite sono state gestite dalla griffe attraverso i propri e-store e nei negozi fisici dove il prodotto era esposto in appositi corner.
Per l’anno in corso, Fiasconaro punta a superare i 20 milioni di euro. L’azienda viene gestita dalla famiglia rappresentata dai tre fratelli Nicola, Fausto e Martino. Intanto Mario, figlio di Nicola, è andato a New York per capire i segreti del mercato statunitense e per valutare eventuali opportunità legate all’apertura di un secondo locale a marchio Fiasconaro dopo la sede unica di Castelbuono. “Abbiamo diversi corteggiatori per il lancio di un format”, assicura Nicola, che in occasione della recente visita a Palermo del presidente della Repubblica Popolare Cinese, Xi Jinping, ha offerto al capo di Stato asiatico una Colomba pasquale simbolo di pace. Intanto gli introiti delle vendite vengono reinvestiti per adeguare i siti produttivi e la logistica alla crescita in atto. “In futuro – conclude – Fiasconaro sarà sempre più un marchio di prestigio, perché vogliamo trasmettere i valori di bellezza, arte e cultura che caratterizzano la Sicilia. E resteremo sempre un marchio artigianale, ben lontani dalle logiche industriali, per tenere alta la nostra qualità. Si faranno altre produzioni non legate però ai lievitati. E se nel mondo, a livello retail, qualcuno si innamorerà di noi e avrà voglia di investire in Fiasconaro, noi ci siamo”.