“Abbiamo raggiunto e superato gli obiettivi che ci eravamo prefissati”. Sono le prime parole pronunciate da Bruno Trentini, direttore generale di Cantina di Soave, alla presentazione dei dati di bilancio nell’assemblea dei soci che ha portato all’approvazione unanime del documento. In effetti, l’incremento è ingente. Il giro d’affari dell’esercizio 2017/18 si è chiuso, per la coop veronese, con 141 milioni di fatturato consolidato contro i 118 del periodo precedente (+20%).
La crescita è stata guidata dal +39% in valore del prodotto sfuso, mentre l’imbottigliato che oggi genera la metà dei ricavi ha registrato una progressione in valore a una cifra percentuale (9%). Sui 70 milioni di ricavi del vino imbottigliato, il 52% deriva da prodotto a marchio, core business dell’azienda, contro il 48% determinato dalla vendita di prodotti a private label. Tra i marchi di punta di Cantina di Soave spiccano Rocca Sveva per l’horeca e Maximilian I° per la gdo, brand quest’ultimo legato alla spumantistica.
L’Italia resta il mercato di riferimento con il 63% delle vendite contro il 37% dell’estero. Per i vini bianchi, ambito nel quale i prodotti più rappresentativi sono Soave e Pinot Grigio, i Paesi principali rimangono Regno Unito, Germania e Austria, mentre per i rossi a più alto valore aggiunto, Ripasso e Amarone, i mercati chiave si confermano Scandinavia e Svizzera, seguiti dal Regno Unito che ha visto una crescita del +12% rispetto all’anno precedente.
L’assemblea si è conclusa con la nomina del nuovo presidente. Attilio Carlesso ha passato il testimone a Roberto Soriolo, da circa dieci anni membro del consiglio di amministrazione di Cantina di Soave.