Mentre in Italia si parlava delle potenzialità dell’enoturismo, a Modena c’è chi ha già vinto la sua scommessa basata sul turismo dell’aceto balsamico igp. Si tratta di Aceto Balsamico Giuseppe Giusti, azienda giunta ormai alla 17ª generazione e le cui origini risalgono al 1605. Proprio i risultati ottenuti dalla strategia di apertura dell’acetaia al pubblico hanno spinto Claudio Stefani Giusti, giovane e determinato CEO, a investire due milioni di euro per creare un nuovo centro di incoming recuperando un borgo antico formato da tre edifici e trasformandoli in museo dell’aceto balsamico, sala degustazione e zona di maturazione con le botti antiche. L’inaugurazione è avvenuta lunedì 1 ottobre ed è stata l’occasione per ragionare sui risultati raccolti a Modena e in tutta l’Emilia attraverso la valorizzazione delle eccellenza agroalimentari messe in rete con gli altri “gioielli” dell’economia manifatturiera e con l’arte. A tagliare il nastro, assieme a Giusti, c’erano tra gli altri il sindaco della città, Gian Carlo Muzzarelli, e il presidente della Regione, Stefano Bonaccini.
“Siamo un’azienda dinamica – ha dichiarato Claudio Stefani Giusti a Pambianco Wine&Food – composta da una cinquantina di persone dall’età media di 30 anni. Oggi celebriamo l’attenzione che diamo a chi decide di visitare la nostra terra. Nel 2017 abbiamo accolto 20 mila persone, per l’80% stranieri, e quest’anno siamo in crescita del 25 percento. Abbiamo creato un team dedicato all’accoglienza, formato da cinque persone che parlano tantissime lingue e siamo aperti 7 giorni su 7. Crediamo sia giusto raccontare la tipicità, l’eccellenza e la storia di questa regione”.
Aceto Balsamico Giuseppe Giusti ha chiuso il 2017 con 8,5 milioni di ricavi, +20% rispetto al 2016, e nei primi nove mesi dell’anno è cresciuta di un altro 10 percento. “Tuttavia il risultato si decide ora, perché gli ultimi quattro mesi sono determinanti per il mondo dell’aceto balsamico”. L’azienda produce aceto balsamico di Modena igp (“Ma vendiamo solo aceto a marchio Giusti e questo ci garantisce una crescita molto stabile”, precisa il CEO) e una parte di aceto balsamico Tradizionale con invecchiamenti eccezionali, naturale conseguenza di una storia di oltre 400 anni.
Prossime mosse? Giusti afferma di voler investire tantissimo per il potenziamento del brand, base per costruire uno sviluppo ancora più internazionale sempre partendo da un prodotto necessariamente locale. “Stiamo anche ragionando per format ristorativi, fondati su piatti gourmet non necessariamente emiliani dove l’aceto balsamico sia un elemento caratterizzante. E lavoriamo anche nella miscelazione, dove siamo entrati con un vermouth all’aceto balsamico”.