Dopo più di un anno di rumors e smentite, Temakinho è stata venduta. A comprare la catena di ristoranti di cucina nippo-brasiliana è stata Cigierre, Compagnia Generale Ristorazione, controllata da Bc Partners.
Il fondo inglese ha annunciato l’ingresso con una quota di maggioranza nel capitale di Temakinho, i cui fondatori Linda Maroli, Santo Bellistri, Francesco Marconi e Fabrizio Pisciotta manterranno un ruolo di azionisti e continueranno a guidare la società per garantirne la continuità. Nell’operazione sono stati coinvolti gli advisor finanziari Mediobanca, che ha affiancato Cigierre, e Vitale&Co al fianco di Temakinho. Le parti non hanno dichiarato il controvalore dell’operazione.
L’investimento da parte di Cigierre ha l’obiettivo di consentire a Temakinho di proseguire nel proprio piano di sviluppo, che porterà all’apertura di nuovi ristoranti in Italia, Spagna, Regno Unito e Francia. Oggi Temakinho conta su 10 ristoranti tra a Milano, Roma, Londra, Ibiza e Formentera, con un fatturato totale di 24 milioni di euro.
Cigierre opera nel mercato con i marchi Old Wild West, Cantina Mariachi, Arabian Kebab, Wiener Haus, Shi’s, Kukkuma Cafè, America Graffiti e Pizzikotto. Il gruppo aveva chiuso il 2017 con 354 milioni di ricavi, in crescita del 18%.
Nelle scorse settimane era emerso l’interesse di Bc Partners di cedere Cigierre. Tra gli offerenti ci sarebbero alcuni dei big del mondo private equity (Carlyle, Permira, Onex e Cinven). La valutazione complessiva superiore ai 700 milioni di euro andrà ora rivista alla luce dell’acquisizione di Temakinho.
Marco Di Giusto, ceo di Cigierre, ha dichiarato all’agenzia di stampa Radiocor: “Con Temakinho, Cigierre vuole entrare in una nuova verticale della ristorazione casual dining premium, quella che negli Usa chiamano polished casual, che aprirà scenari nuovi per il gruppo negli anni a venire”.