Aldi si prepara a entrare in Cina con l’e-commerce di vini, utilizzando l’Australia come base operativa e creando una piattaforma cinese per la logistica. Con questa mossa, attesa per il secondo trimestre del prossimo anno, la catena tedesca di discount intende rafforzare la propria posizione nelle vendite online dopo aver inaugurato a gennaio le operazioni in Gran Bretagna, ottenendo risultati positivi (oltre tremila casse vendute soltanto nel giorno del lancio) in particolare nell’area metropolitana di Londra e nel sud del paese.
Sono 156 le referenze presenti nella piattaforma di e-commerce gestita da Aldi in Gran Bretagna. Tra queste compaiono 19 etichette italiane e 47 francesi, mentre sono soltanto 3 le proposte tedesche e 1 di vino inglese. La selezione è stata effettuata secondo il criterio dell’accessibilità e si parte da un minimo di 22 sterline per una cassa da sei bottiglie di Pinot grigio siciliano Castellore a un massimo di 71,94 pound per l’Amarone della Valpolicella di La Sogara (Cottini). Tra i vini francesi si può arrivare a un massimo di 119 sterline per una cassa da sei bottiglie di grand cru classe Saint Pierre, di grand cru Chablis o di champagne Monsigny.
Nella selezione dei vini destinati alla Cina dovrebbe, secondo quanto riporta la stampa di Sidney che cita fonti ufficiali della società tedesca, prevalere l’offerta di vini australiani. Nel 2015, l’export verso Pechino ha portato nelle casse dei produttori un controvalore di 474 milioni di dollari australiani, pari a 328,8 milioni di euro al cambio attuale, con un balzo del 51% rispetto al 2014. Il risultato è destinato ad aumentare a due cifre anche nell’anno in corso.