La forza è nella famiglia. Lo sostiene Giacomo Bulleri, fondatore e capostipite del gruppo Giacomo, che con l’apertura di Giacomo Pietrasanta, nel giugno 2018, è arrivato a contare otto locali. L’ultimo esercizio fiscale si è chiuso con un fatturato complessivo di 13,5 milioni di euro. “Il segreto è ciò che accomuna tutto il gruppo, un impegno tutto familiare”, afferma il fondatore, giunto all’età di 90 anni, che nel 2015 ha ricevuto l’ambito Ambrogino d’Oro del Comune di Milano.
Le attività fanno capo alla società Giuele, che ha una mera attività di direzione e controllo sul ristorante Giacomo Arengario in Duomo all’interno del Museo del Novecento, il Caffè Letterario “Giacomo Caffè” all’interno di Palazzo Reale, il ristorante Giacomo in via Sottocorno e il Giacomo Bistrot, nella stessa via, ma anche la pasticceria , la tabaccheria, una rosticceria e gastronomia e da poco anche un laboratorio polivalente, che gestisce la produzione. Da Milano, nelle due location di via Sottocorno su diversi civici e in Duomo, a Pietrasanta. Sono oltre 110 i dipendenti del gruppo Giacomo e tre i soci: le due figlie di Bulleri e il genero, Marco Monti.
Negli ultimi due anni, l’incremento del fatturato è stato di oltre il 20 percento. L’ebitda complessivo intanto ha superato 1,1 milioni di euro; la quota maggiore deriva da Giacomo Bistrot, seguito da Giacomo srl, il nuovo laboratorio e dalla pasticceria. E il futuro? La recente espansione a Pietrasanta fa pensare che, nei piani familiari nel frattempo ci si possa allargare in Italia, per poi puntare verso l’estero, magari con la terza generazione.
Camilla Rocca