Il governo australiano ha annunciato che presenterà un reclamo formale all’Organizzazione mondiale del commercio per i dazi che la Cina ha imposto al vino australiano a fine 2020. Il 28 marzo scorso, poi, la Cina ha formalizzato le tariffe di importazione sul vino australiano. Le misure, che variano tra il 116,2% e il 218,4%, sono state aumentate a causa di “negligenza commerciale”, cosa che l’Australia nega.
Tutto ha avuto origine da quello che il governo cinese ha presentato come un “danno sostanziale” subito dall’industria vitivinicola nazionale a seguito di presunte sovvenzioni date al vino australiano importato, e che ha comportato l’adozione di dazi ingenti verso i vini provenienti da quello che era diventato il primo Paese esportatore in Cina.
L’Australia, secondo quanto riporta la testata britannica The Drink Business, ha intenzione di impegnarsi direttamente con la Cina per risolvere la controversia grazie all’aiuto del Wto. Tony Battaglene, CEO dell’istituto Australian Grape & Wine, ha dichiarato infatti alla Bbc che in questo modo “si entra effettivamente in un dialogo con l’altro paese, quindi consente ai governi di iniziare a parlare della questione e questo offre la possibilità di una risoluzione”.
Da dicembre 2020 a marzo 2021, i produttori di vino australiani hanno spedito in Cina solo 12 milioni di dollari australiani di vino (circa 7,6 milioni di euro), contro i 325 milioni esportati nello stesso periodo dell’anno precedente.