Il canale della grande distribuzione sembra andare verso la normalizzazione dopo il boom di vendite registrato con lo scoppio della pandemia. Il report Nomisma Wine Monitor, realizzato in collaborazione con NielsenIQ, sul consuntivo 2021 delle vendite di vino nel canale off-trade (Iper, Super, Piccole superfici a libero servizio, Discount, Cash&Carry ed e-commerce dei siti generalisti) evidenzia infatti un leggero calo a volume dell’1,2%, a fronte però di una crescita a valori del 5%, “confermando la premiumisation dei consumi in atto da diversi anni”, come recita la nota.
Facendo un confronto con il 2019, si registra comunque un aumento a volume del 5% e di oltre il 13% a valori.
“Questo spostamento degli acquisti in gdo verso vini di fascia di prezzo più elevata si verifica sia all’interno della stessa categoria che tramite uno spostamento dei consumi tra tipologie differenti e a maggior valore unitario”, sottolinea Denis Pantini, Responsabile Agroalimentare e Wine Monitor di Nomisma.
Infatti basta pensare che le vendite a volume di spumanti e Champagne crescono a doppia cifra (+23%), mentre i vini fermi chiudono il 2021 in calo del 4,5% a volume, ma con un +0,3% a valore. “Il riposizionamento qualitativo dei consumi dei vini fermi – prosegue Pantini – si desume soprattutto dalle vendite a valore in Iper e Super dove crescono i vini a denominazione Dop (+5% a valore) a fronte di un calo di quelli generici (-10 per cento)”.
Considerando Iper, Super, Piccole superfici a libero servizio (che pesano per il 64% dei volumi dell’intero canale off-trade) si registra una riduzione a volume di quasi il 2% a fronte però di un incremento a valore del 5,2%, complici le vendite di bollicine come gli spumanti Metodo Classico (+26% a valore), seguiti dagli Charmat secchi (+19%), dallo Champagne (+16%) e dagli Charmat dolci (+12 per cento). Sul fronte dei vini fermi e frizzanti, le vendite nel medesimo format risultano in calo a valore per i frizzanti (-4,3%) mentre aumentano nel caso dei fermi (+1,8 per cento).
Nei discount si rileva una diminuzione sia a valore che a volume rispettivamente del -2% e -4%, mentre nel Cash&Carry si ha un +20% e +15 per cento.
L’e-commerce ha registrato un +22% a valore e +19% a volume sull’anno precedente. Nell’ultimo trimestre 2021, però, le vendite si sono ridotte del 13% a volume, “anche se questa riduzione è soprattutto legata al boom di acquisti online che si era manifestato nel 2020 a causa delle chiusure dei ristoranti e della conseguente ‘costrizione’ imposta agli italiani di festeggiare Natale e Capodanno tra le mura domestiche”, conclude la nota.