2.300 espositori da 40 paesi – i dati riconfermano quelli del 2015, anche se in leggera flessione rispetto al 2013 – si sono dati appuntamento a Bordeaux per la 19a edizione di Vinexpo che, a cadenza biennale (è in corso fino al 21 giugno), raccoglie in una delle capitali mondiali della produzione vinicola di qualità gli operatori internazionali del settore. Sono 45 mila i visitatori attesi, in rappresentanza di 150 paesi. Francia, Italia e Spagna, quest’ultima protagonista come ospite d’onore dell’edizione in corso, si confermano ai primi posti per numero di espositori, seguite da Cile, Regno Unito, Stati Uniti, Austria, Cina, Sudafrica e Germania. E per la prima volta al fenomeno sempre più articolato e in crescita del mondo del vino organico, è dedicata WOW! World of Organic Wines, un’area ad hoc con 150 espositori di 8 paesi.
I temi ‘caldi’ di quest’edizione? Gli effetti del cambiamento climatico su viticoltura e qualità produttiva, la sfida della Brexit per il settore – il Regno Unito è il secondo importatore di vino al mondo e tra i principali esportatori di distillati – con la conseguente ricaduta su legislazione, prezzi e, più in generale, distribuzione e il crescente sviluppo dell’e-commerce, focus di approfondimento strategico che Vinexpo si è offerta d’indagare, animando uno scambio necessario, attraverso conferenze e tavole rotonde.
Dieci, invece, le macrotendenze individuate da IWSR, la principale fonte internazionale di dati e analisi di mercato del settore, attraverso una proiezione fino al 2020. Il ruolo centrale nell’incremento sostanziale dei consumi è affidato alla Cina (+72%). Domenica 18 giugno proprio Vinexpo ha siglato, tra l’altro, un protocollo d’intesa con la piattaforma B2C Tmall del colosso del commercio cinese online Alibaba, che comprende lo sviluppo di azioni di marketing e comunicazione rivolte in particolare alle generazioni di consumatori più giovani del paese, presso le quali la popolarità di vini e alcolici è in decisa crescita. In termini di volumi la Cina sarà seguita dagli Stati Uniti (l’attesa è di un +11%), mentre l’Europa resta il mercato più importante in cui si concentra il 60% del consumo mondiale, con un rallentamento a sorpresa della Francia (-7,5% nel triennio a venire, ma pur sempre leader mondiale per il valore delle esportazioni), superata dal Portogallo, al primo posto nella classifica dei consumi in Europa. I più grandi importatori? Ancora una volta Germania e Stati Uniti, seguiti dalla Cina, ma è significativo sottolineare come l’Africa – con Costa d’Avorio, Namibia e Nigeria – sia entrata a far parte della top 10 dei principali player nell’importazione mondiale. Tra i paesi-rivelazione in quanto a consumi compaiono l’India (+49,7% nei prossimi 3 anni) che parte però da valori assoluti oggi molto bassi, e il Messico. In progressione costante la popolarità del rosé, su cui si continua a puntare tra ricerca e sviluppo di prodotto.
E l’Italia? Con soddisfazione da parte dei produttori si riconferma non solo come primo paese consumatore di Prosecco. Per le bollicine nostrane ci si attende un +13,6% a tre anni, in linea con la tendenza generale del mercato di cui le bollicine stesse sono, e restano, grandi protagoniste, complice il carattere lieve, non complesso e moderno di questi vini. Francia, Italia – con quasi 3 milioni di ettolitri prodotti ogni anno – Germania e Spagna sono i produttori leader, per una tipologia di vini che offre a un’importante quota del mercato internazionale il punto di accesso più semplice all’articolato mondo del vino.