Gli Stati Uniti nel 2023 si riconfermano principali consumatori e, allo stesso tempo, importatori di vino al mondo. Tuttavia entrambi i dati hanno registrato un calo rispetto all’anno precedente: i consumi, che hanno superato i 30 milioni di ettolitri, e gli acquisti, che fuori dai confini nazionali hanno registrato oltre 6 miliardi di euro, a -11% sul 2022.
Nello specifico, la Francia si conferma primo partner commerciale degli Usa, con oltre il 37% della quota di mercato, cui segue l’Italia, che mantiene il 30% della quota, ma che registra un calo a valore di 11,4%, con 2 miliardi di euro. In generale, i primi cinque Paesi partner commerciali degli Usa cedono sul valore delle esportazioni, secondo la fotografia scattata dal report di Nomisma Wine Monitor.
Le motivazioni, segnala Denis Pantini, responsabile di Nomisma Wine Monitor, sembrano ricondursi “a molteplici fattori: da un eccesso di acquisti sopra la media nel 2022 da parte di importatori che ha generato un overstock, alla stretta monetaria della Fed che ha ridotto la capacità di spesa dei consumatori, fino ad una maggiore attenzione a tutto ciò che può essere considerato healthy”.
Spostando l’attenzione sugli specifici prodotti, ‘reggono’ solo i grandi formati, riferito a contenitori tra i due e i dieci litri, che segnano nel 2023 un +2,4% negli Usa. Performance negativa, invece, per le importazioni di vino imbottigliato – ad esclusione dello spumante – che nel 2023 sono diminuite sia a valore sia a volume, dopo un 2022 “particolarmente brillante”. Francia e Italia si spartiscono quasi equamente i due terzi della quota di mercato, seguite da Nuova Zelanda, Spagna e Australia.
Risultati in calo anche sul fronte della categoria ‘sparkling’ con contrazioni sia a volume che a valore. In questo contesto, l’Italia è il Paese che performa meno peggio tra i top cinque partner degli Stati Uniti, consolidando il secondo posto in termini di quote di mercato (con il 36,4% del totale), alle spalle della Francia, che, invece, ha visto diminuire il valore delle esportazioni di un quinto rispetto al 2022. Lo stesso scenario negativo vale per il vino sfuso.
In ultimo, la generale negatività registrata nel 2023 influenza anche le esportazioni di vini Dop italiani negli Usa, che calano del 4,8% a valore e di oltre il 10% a volume (cumulato gennaio-novembre 2023 vs 2022). Nonostante una leggera flessione, il Prosecco rimane il primo vino italiano esportato. Trend positivi di crescita sono riscontrabili anche nei vini bianchi del Trentino Alto-Adige e del Friuli Venezia Giulia, così come nei bianchi siciliani. Le performance peggiori sono invece quelle registrate dai vini frizzanti (e, tra questi, dal Lambrusco).