L’importante è non chiamarlo champagne. Chiamatelo sparkling wine in California o dall’altra parte del mondo, in Australia; oppure, chiamatelo vinhos espumantes naturais in Brasile; oppure vino espumoso in Argentina. Ma all’origine c’è la stessa anima, lo stesso Dna: quella dell’etichetta dei beveraggi di lusso più famosa al mondo. Ridotta a metà, d’accordo, ma è lei: Chandon. Senza la sua “parte” più antica (Moët), ha messo radici in giro per il pianeta e, da ambizioso esperimento vitivinicolo, si è trasformato in un business dai calici pieni con un proprio posizionamento. E un proprio mercato di affezionati, anzi, aficionados. Tanto che nel quartiere generale francese, pur storcendo il naso di fronte al rischio di inquinamento di una noblesse di bollicine senza pari, accettano una convivenza con bottiglie da dieci dollari che, nel solo Sudamerica, vale decine di milioni di fatturato.
La storia dello Chandon d’Oltremare comincia negli anni Sessanta, ovvero oltre 200 anni dopo la nascita della cantina francese fondata nel 1743 da Claude Moët che cominciò a trasportare vini dalla regione della Champagne-Ardenne a Parigi sotto il regno di Luigi XV. È stato il presidente di Moët & Chandon Robert Jean de Vogüe a lanciare la sfida di avviare produzioni in territori diversi dalla regione dello Champagne, e a incaricarde l’enologo Renaud Poirier di cercare i siti migliori nel Nuovo mondo. Era un mercato ancora lontano da quello globalizzato, in cui difficilmente si rischiavano sovrapposizioni di prodotto. Peraltro, ancora non c’era una ferrea difesa del nome d’origine: sul pianeta, non ci si ponevano dubbi su quanti champagne potessero convivere. Così, tra il 1957 e il ’59 furono svolti esperimenti nel distretto di Mendoza, in Argentina, dove venne creata la prima cantina fuori dalla Francia. Nel 1973, poi, lo sbarco si è completato. Chandon ha creato la propria fazenda in Brasile, a Garibaldi, nella regione del Rio Grande do Sul. E nello stesso anno, qualche migliaia di chilometri più a nord, venne fondato il Domain Chandon, nella regione Los Carnaros della Napa Valley, California. Era il primo vitigno di vino frizzante francese degli Stati Uniti. Un altro Domaine Chandon fu istituito nel 1986 in Australia, a Green Point. Dopo l’espansione, a Parigi forse sorsero dubbi sul rischio di un annacquamento del blasone. Ma, facendo un giro a Buenos Aires o a Rio, si è digerita l’anomalia. Lì, Chandon non è Moet Chandon. È qualcosa di più. Costa come uno spritz. Ma è anche venduto coi volumi di uno spritz. Anche nelle bollicine, business is business.