Quindici anni di ricerca per realizzare una cuvée de prestige, prodotta in sole 25 mila bottiglie destinate a rafforzare il valore di un grande brand. Si tratta di Moët & Chandon, che ha lanciato nei giorni scorsi MCIII, il nuovo ‘super champagne’ della maison di Epernay controllata dal gruppo Lvmh. Si tratta di una tiratura limitata anche in termini geografici, perché la distribuzione, secondo quanto scrive Affari e Finanza, sarà circoscritta a 16 città. Il nome è composto dalle iniziali di Moët & Chandon e dal numero romano III, a indicare i tre strati dell’assemblaggio: il primo è composto di Chardonnay e Pinot noir annata 2003 fermentati in acciaio, il secondo di annate Grand Vintage 1998, 2000 e 2002 in legno e il terzo di annate 1993, 1998 e 1999 in vetro. Si tratta quindi di una composizione di millesimati che è destinata a entrare nell’olimpo delle bollicine nobili francesi e a dare una svolta al posizionamento di M&C, il cui prestigio era stato offuscato tra i tanti brand controllati dalla holding presieduta da Bernard Arnault, che nel 2014 ha sfiorato i 60 milioni di bottiglie. La sfida, assicura l’insertofinanziario di Repubblica, consiste nel fare presa in mercati maturi come gli Usa, primo mercato mondiale per Moët & Chandon davanti al Giappone. L’Italia è comunque inserita nella top five delle destinazioni.