Espansione al centro delle strategie di Domori, a cui fa capo non solo il brand del cioccolato ma anche il comparto distributivo ora all’interno del neonato Polo del Gusto voluto dalla controllante Illy nel giugno scorso.
Nel brevissimo periodo, la realtà da circa 20 milioni di euro di fatturato nel 2018 che comprende anche Mastrojanni e Dammann, punterà a chiudere l’esercizio, “con una crescita a doppia cifra”, ha detto Gianluca Ferrauto, direttore vendite del gruppo, aggiungendo che, “solo cinque anni fa eravamo a 7,8 milioni di euro”. Ma già dal prossimo anno potrà contare sul recente ingresso di Canonica a Cerreto, produttore di Chianti di fascia alta che prima d’ora non era mai stato distribuito in Italia. “Di fatto, abbiamo iniziato a lavorarci da pochissimo tempo e nel 2020 entrerà a catalogo”, precisa Ferrauto. Obiettivo previsto: cinquemila bottiglie per iniziare. Il tutto senza dimenticare, “che in serbo ci saranno altri prodotti in via d’inserimento”, ha spiegato lo stesso Ferrauto.
Allo stato attuale delle cose la società con sede a None, nel torinese, suddivide i propri ricavi in oltre il 50% provenienti dal cioccolato e dai prodotti da laboratorio, ricordando che Domori possiede 185 ettari di coltivazione a cacao in Venezuela. Il 30/35% è dato dal beverage e il resto dal food. Fiore all’occhiello, almeno per quanto riguarda vini e alcolici, è la maison di champagne Taittinger, entrata in portfolio nel luglio del 2017 e che oggi garantisce una quota di 85/90mila bottiglie, “il 75% delle quali rappresentate dalla Cuvée Prestige seguito dal Comtes de Champagne, mentre per il futuro ci concentreremo sui rosé”, conclude Ferrauto.
Fabio Gibellino