Fiera Milano spinge l’acceleratore sulla ripartenza e sull’internazionalizzazione delle aziende italiane con due manifestazioni fondamentali per il sistema Italia e l’export: Tuttofood e HostMilano che si svolgeranno insieme e in presenza nel quartiere espositivo di Fiera Milano a Rho dal 22 al 26 ottobre prossimi. Sinergia tra comparti strategici, quelli dell’agroalimentare e dell’ospitalità professionale, che, secondo una recente ricerca di Pwc, da qui al 2024 cresceranno a tassi tra il 2,4% e il 4,6% l’anno. A loro volta, gli analisti prevedono che a fine 2021 le esportazioni agroalimentari italiane supereranno la soglia dei 50 miliardi di euro.
“Non parlo di ripartenza, ma di rinascita – ha esordito Luca Palermo, amministratore delegato e direttore generale di Fiera Milano, nella presentazione che si è tenuta ieri nella Torre Pwc a Citylife -. Vogliamo essere ottimisti, ci aspettiamo molta visitazione qualificata di chi verrà per lavorare e fare business dando così anche una mano all’indotto di Milano”. Per l’occasione, arriveranno infatti più di 2.200 espositori da oltre 40 Paesi. Tra i buyer confermati, operatori provenienti non solo da tutta Europa, ma anche da Nord e Sud America e Medio Oriente. Questo anche grazie al lavoro fatto da Agenzia Ice, che per le tre manifestazioni, compresa anche la più piccola Meat-Tech, ha stanziato 2,4 milioni di euro, “utilizzati – come rivelato dal presidente Carlo Ferro – per portare buyer dall’estero e per comunicare all’estero la salubrità del venire in Italia, oltre che per veicolare la piattaforma B2B”.
L’export agroalimentare nei primi sei mesi del 2021 è cresciuto più del 10% rispetto al 2020, per un valore di quasi 18 miliardi euro, ponendo l’Italia al dodicesimo posto a livello globale. A dichiararlo è il ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Luigi Di Maio che ha evidenziato come il settore agroalimentare, anche nella crisi pandemica, abbia svolto un ruolo di traino per il sistema Paese, rappresentando il 25% del Pil e oltre 2 milioni di aziende, soprattutto piccole e medie. Si tratta di “un momento felice per i prodotti italiani all’estero con un aumento delle esportazioni nei primi sette mesi pari a quasi il 23% su base annua, ben oltre il trend di Francia e Germania, e un valore assoluto di 300 miliardi di euro, superiore ai 286 miliardi registrati nello stesso periodo del 2019″. Risultati frutto anche della decisione di accentrare in Farnesina le deleghe all’internazionalizzazione, mettendo a sistema la rete diplomatico-consolare, Agenzia Ice, Sace e Simest, in un polo per l’export che ha accelerato l’efficacia delle misure del Patto per l’Export per il quale “in 18 mesi siamo riusciti a stanziare circa 5,4 miliardi di euro”, ha precisato il ministro.
Farnesina, dunque, in prima linea per internazionalizzare i settori produttivi, a partire da quello fieristico, volano della nostra economia esportatrice e vetrina delle nostre eccellenze. “Per questo motivo – spiega Manlio Di Stefano, sottosegretario di Stato al ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – abbiamo stanziato, all’interno del ‘Piano Straordinario per la Promozione del Made in Italy’, per il biennio 2020-2021 ben 57 milioni di euro per il potenziamento al settore fieristico sia in forma fisica che digitale. Abbiamo poi lavorato e creduto nel ritorno in presenza fisica delle fiere a partire dallo scorso 15 giugno. L’evento congiunto di oggi è un’ulteriore dimostrazione che il nostro Paese si sta rialzando e che dopo l’epoca pandemica stiamo assistendo a una rinascita della nostra capacità produttiva e di export”.