I consigli di amministrazione di tre consorzi di tutela hanno espresso all’unanimità un parere favorevole per la creazione di un unico consorzio, che dovrebbe nascere attraverso una fusione per incorporazione. I consorzi sono quelli di tutela del Lambrusco di Modena, dei vini dop Reggiano e Colli di Scandiano e Canossa e infine dei vini del Reno doc. Un territorio che quindi inizia dalla provincia di Reggio Emilia e termina nella parte romagnola della provincia di Bologna, fino ai comuni di Imola e Dozza. Con un protagonista principale, il Lambrusco, e diversi altri vini del territorio come brillanti comprimari.
Il prossimo passaggio sarà l’approvazione da parte delle assemblee dei tre consorzi, per dare vita a un futuro nuovo Consorzio Tutela Lambrusco che rappresenterà circa 1,3 milioni di quintali d’uva, per la stragrande maggioranza di Lambrusco. Per settembre è poi prevista l’assemblea plenaria. Se da una parte rimarrà l’assoluta indipendenza decisionale delle singole denominazioni rappresentate dal nuovo Consorzio, dall’altro ci sarà una stretta collaborazione con il Consorzio Tutela Emilia, associazione interprofessionale che tutela e valorizza l’igp “Emilia” o “dell’Emilia”.
“La fusione per incorporazione – ha dichiarato in una nota Claudio Biondi, presidente del consorzio di tutela del Lambrusco di Modena – avviene tra soggetti che già da alcuni anni hanno messo a fattor comune, condividendoli, tutti i rispetti servizi amministrativi, tecnici e direzionali. Ora si tratta, invece, di fare un ulteriore passo in avanti, per condividere altri fattori, a partire dalle strategie di comunicazione ed a progetti di promozione internazionale”. “Penso che questo primo passo verso un unico soggetto consortile a tutela del Lambrusco a Denominazione di Origine Controllata – ha aggiunto Giacomo Savorini, direttore dei Consorzi che oggi tutelano il vino lambrusco – ci consenta di poter raggiungere, finalmente, l’obiettivo di poterci rivolgere, agli occhi del consumatore finale, in modo coeso e uniforme, valorizzando ancora meglio le singole ricchezze delle diverse denominazioni”.