Torrevento, avanti tutta. L’azienda dell’Alta Murgia, recentemente entrata a far parte della holding Prosit, ha archiviato il 2019 con un incremento del 15% anno su anno, posizionandosi poco sotto i 14 milioni di euro e ottenendo un risultato particolarmente importante in termini di marginalità. “Il 2020 – racconta in quest’intervista a Pambianco Wine&Food il presidente e amministratore delegato Francesco Liantonio – si sarebbe dovuto chiudere con un ulteriore incremento, superiore al 20%, e mi auguro di poterlo centrare. Purtroppo siamo in grado di fare proiezioni fino alla fine di aprile e non oltre, ma combatteremo con caparbietà”.
Come vede la situazione attuale?
Una situazione simile non è stata mai vissuta, e oggi ci rendiamo conto di quanto l’intero sistema sia debole. La nostra scelta di aver fondato Torrevento sulla base di logiche qualitative, e in Puglia questo ha significato davvero andare controcorrente, ci sta dando ragione. Ora la nostra prima preoccupazione è quella di offrire tutela e sicurezza al nostro personale, garantendo al tempo stesso una prospettiva di sviluppo. E abbiamo trasformato l’azienda in un’isola felice dove il virus non dovrà entrare, per far sì che le nostre bottiglie siano presenti negli scaffali della grande distribuzione. È questo il canale che ci permette, ora, di reggere l’urto e di continuare a crescere.
Per voi vale più l’horeca o la gdo?
Storicamente siamo legati all’horeca, avendo rapporti consolidati con il distributore del fuori casa e con il piccolo importatore. Ma non abbiamo mai disdegnato la grande distribuzione qualificata, che fa investimenti su brand e marchi di prestigio. E grazie a quel fatturato, oggi l’azienda continua a produrre in una situazione di blocco del fuori casa. Non abbiamo intenzione di mettere il personale in cassa integrazione. Con la gdo qualificata si possono attuare percorsi utili per qualificare azienda e prodotti. Ne usciremo attraverso lavoro, fiducia e perseveranza.
L’ingresso in Prosit a quali esigenze risponde?
Prosit è un progetto nel quale ci sentiamo parte attiva e costituente. Credo fortemente nelle sinergie tra aziende in grado di esprimere un terroir magico: e se questo terroir viene condiviso con altri grandi territori italiani, allora il vino diventa davvero un ambasciatore del made in Italy. Prosit aggrega i migliori prodotti territoriali attraverso i migliori uomini del territorio. E può diventare il veicolo per effettuare importanti investimenti. Ci crediamo e per questo abbiamo aderito, investendo nel progetto.
Cos’è cambiato in Torrevento dopo esser entrata a far parte di Prosit?
Stiamo rodando un’organizzazione commerciale comune con gli altri altri partner che si stanno affacciando. Abbiamo una visione già nazionale e condivisa, attraverso la quale siamo in grado di scrutare oltre l’orizzonte ristretto della singola impresa. E questo è in linea con un’azienda come Torrevento, già improntata a una gestione di tipo manageriale.