Che Natale sarà per lo Champagne in Italia? Per Francesca Terragni, direttore marketing e comunicazione di Moët Hennessy Italia, la principale differenza riguarderà le abitudini di acquisto del consumatore, ormai cambiate dal corso degli eventi. “Sarà un Natale di acquisti fatti sulla tastiera o sullo smartphone più che con il consueto rush nei negozi a dicembre. Per noi l’e-commerce era un terreno ancora vergine fino allo scorso anno, ora non lo è più; durante il lockdown abbiamo prontamente rimediato”.
Il bilancio del 2020 per la società che distribuisce in Italia i vini e gli spirits del gruppo Lvmh non sarà tragico come si poteva temere nei mesi primaverili. La risposta estiva della ristorazione è stata, come noto, superiore alle aspettative. “I consumatori hanno voluto esorcizzare il periodo trascorso in casa con una sorta di dine out senza fine. Ora la situazione è difficile da prevedere. L’ultimo decreto del governo sembrava dovesse essere più restrittivo, e quando l’ho letto, ho pensato che fosse meno grave del previsto. Da osservatrice esterna, perchè non voglio certamente esprimermi a nome dei ristoratori, la chiusura a mezzanotte non mi pare penalizzante per la ristorazione o almeno non per il fine dining, a cui ci rivolgiamo. Speriamo che l’entusiasmo estivo possa continuare anche nel corso dei prossimi mesi”.
Intanto le attività di marketing e comunicazione del gruppo sono continuate e hanno avuto Milano come centro di riferimento per l’Italia. In settimana, è stata presentata l’annata 2006 di Clos du Mesnil per Krug, durante un evento con degustazione guidata da Olivier Krug, giunto dalla Francia e visibilmente emozionato per il suo primo viaggio in aereo dopo mesi di permanenza forzata in Champagne. “Come detto da Olivier, Clos du Mesnil completa la trilogia di un’annata fondamentale per lo Champagne. Nella metafora musicale che abbiamo applicato a Krug, è il nostro “solista” all’interno di una gamma che va dalla grande sinfonia della Grande Cuvée, assemblaggio di diverse annate, a Clos du Mesnil, unica annata da singolo cru 100% Chardonnay, passando per il millesimato 2006. Aver potuto svolgere l’evento a Milano è stato, per la maison, un piccolo ritorno alla normalità”. L’altra novità riguarda Ruinart, che ha cambiato packaging scegliendo la nuova second skin case, imballaggio ecosostenibile ispirato alle Crayères della Maison a Reims. E in prospettiva, le attenzioni si sposteranno su Veuve Clicquot, protagonista a Milano e Roma negli store Rinascente di Duomo e di via del Tritone con spazi dedicati alla personalizzazione delle confezioni.