Per la Tenuta Alois Lageder il 2021 si è chiuso quasi in linea con il 2019 segnando un rialzo del 25% rispetto al fatturato del 2020, pari a 16,4 milioni di euro. Un risultato frutto di una ricerca che da quasi duecento anni si fonda sui principi dell’agricoltura biologico-dinamica, dando origine a vini freschi e vivaci che incarnano la diversità dell’Alto Adige.
I punti di forza, commenta Helena Lageder, chief marketing officer, dal 2021 alla guida dell’azienda di famiglia insieme al fratello Clemens, “non riguardano soltanto noi, ma l’intera regione. Ci troviamo nel mezzo delle Alpi, qui la natura è ricca di contrasti sul piano geologico e biodinamico, consentendoci di giocare con l’altitudine. Si parte da 200 metri, dove siamo noi a Magrè, fino ad arrivare al vigneto più alto situato a 1300 metri”.
Sormontati dalle guglie dolomitiche e dalla piastra porfirica che circonda la conca di Bolzano, sono 55 gli ettari di vigneti di proprietà della famiglia, interamente coltivati con il metodo biodinamico e scelti in base alle caratteristiche dei vari terroir. Per cogliere appieno i vantaggi di questa diversità, l’azienda collabora con novanta vignaioli del territorio che le affidano le proprie uve.
“Attualmente l’80% dei vini che produciamo sono certificati biologici e il nostro goal è far sì che entro il 2024 tutti i nostri vini e anche quelli dei nostri partner lo siano”, spiega Lageder, richiamando alla responsabilità nei confronti dell’ambiente. Un interlocutore prezioso, la natura, in continua evoluzione. “A causa del cambiamento climatico, dobbiamo essere aperti e percorrere nuove strade”, sostiene Lageder, facendo riferimento al passaggio dei vini della linea ‘Capolavori’ e della linea ‘Composizioni’ dalla Doc Alto Adige alla Igt Vigneti delle Dolomiti, per poter mantenere bassi i livelli alcolici.
Sulla base della filosofia, secondo la quale l’uomo, le piante e gli animali interagiscono in equilibrio tra loro, l’azienda ormai da anni collabora con Alexander Agethle del caseificio biologico Englhorn della Val Venosta. Ogni anno, trascorso il periodo estivo, i buoi vengono trasferiti da una malga di montagna nei vigneti in Bassa Atesina, consentendo agli animali, grazie al clima più caldo e mite di queste zone, di trovare cibo durante l’inverno e di vivere tutto l’anno all’aria aperta. Un ciclo che si conclude presso il ristorante Vineria Paradeis, a completamento dell’offerta della tenuta, dove la carne ottenuta dai buoi può essere acquistata o degustata.
Ma l’impegno green dell’azienda si riflette anche nell’utilizzo di elementi sostenibili all’interno del processo produttivo. “Da un paio di anni facciamo a meno di una capsula o di un tappo a vite per la chiusura della bottiglia, lavorando completamente senza metallo e altri materiali difficili da riciclare”, afferma Lageder. Un approccio green che ha portato, nel 2021, a una nuova bottiglia di Borgogna che pesa soltanto 450 grammi, consentendo di ridurre il consumo di vetro da 512 a 425 tonnellate. “La bottiglia si chiama ‘Summa’, ma abbiamo deciso di non brevettarla in modo da motivare altri viticoltori ad adottarla”.
Summa è anche il nome dell’evento organizzato dalla tenuta per invitare professionisti e wine lovers a degustare le etichette di cantine nazionali ed estere che hanno fatto della sostenibilità la loro scelta produttiva. Dopo due anni di stop, l’appuntamento torna dal 9 al 10 aprile con la sua 23a edizione nella location di Casòn Hirschprunn & Tòr Löwengang a Magrè.