Il mercato dei piatti pronti in Italia vale 1,5 miliardi di euro e tra febbraio 2020 e febbraio 2021 ha ha messo a segno una crescita del 3,6% a volume e del 7,2% a valore. Si tratta dei dati raccolti da Iri Liquid Data nello studio “Piatti pronti tra ‘home working’ e ‘back to baking'” che evidenzia come il 2020 abbia “portato con sé uno stravolgimento delle abitudini di consumo che, come ormai noto, ha avuto impatti significativi all’interno di tutte le categorie del Largo Consumo Confezionato”.
In particolare, “i comparti del food, nello specifico, hanno beneficiato dello spostamento dei consumi dal fuori casa verso un consumo più casalingo, fattore che rappresenta la principale determinante della crescita della domanda nel mondo del retail”. Nel suo complesso, il cosiddetto alimentare confezionato, che prende in considerazione le diverse tipologie (ambient, fresco e freddo), presenta alcune differenze a seconda del canale distributivo: l’ipermercato conferma la sua difficoltà anche in questo frangente e resta in territorio negativo (-1,2% a valore) insieme al libero servizio piccolo (-5,4% a valore). Al contrario, la dinamicità dei piatti pronti è visibile soprattutto nei supermercati, che segnano un +8,3% e nei discount (+16 per cento).
La componente fresca rappresenta oltre il 63% del fatturato totale con un incremento del +7,8% ma i surgelati rappresentano il segmento più dinamico con un +9% mentre la componente ambient – che pesa poco più del 14% – si conferma come la meno performante (+2,3%). “Nel 2020, pur restando in territorio positivo, i freschi hanno quasi dimezzato la crescita a favore delle altre tecnologie, in particolar modo del surgelato”, sottolinea lo studio. Il mercato dei primi piatti, che rappresenta il 15% del totale piatti pronti, vale circa 240 milioni di euro ed è la tipologia che segna il passo peggiore con oltre 9 milioni di fatturato persi negli ultimi 12 mesi. Al contrario, i primi piatti ambient mostrano buone performance, ma solo grazie al segmento etnico (+17,8% a valore) che raggiunge un fatturato ormai prossimo ai 30 milioni di euro. I secondi piatti pronti pesano per 733 milioni di euro e cresce a doppia cifra sia nel surgelato (+22%) che nel fresco (+14%). Bene anche il Sushi, con oltre 150 milioni di euro di fatturato e una crescita percentuale che sfiora il +28% a totale Italia.
Tra i segmenti in crescita anche i piatti pronti freschi vegetariani, che, dopo il rallentamento a partire dal 2017, tornano in positivo raggiungendo un turnover di 86 milioni di euro (pesano per il 6% del fatturato dei piatti pronti nel loro complesso), con un incremento superiore al 15% ed è trasversale a tutte le tipologie di prodotto, compreso il burger.