Dopo anni di flessione, i consumi interni di spumante tornano in positivo. La periodica analisi condotta dall’osservatorio Ovse evidenzia un lieve incremento in quantità, pari allo 0,7%, nel corso del 2015, con una quota di mercato sempre più alta per il Prosecco, che arriva al 68%, e una crescita della denominazione Franciacorta, che si assesta sul 7%. Alla crescita dei consumi si accompagna un progresso di mezzo punto percentuale del prezzo medio, che arriva a 6,9 euro a bottiglia.
Nel 2015, sottolinea Ovse, in Italia sono state stappate 147,4 milioni di bottiglie per un giro d’affari complessivo di poco superiore al miliardo di euro, a cui vanno aggiunte 6 milioni di bottiglie d’importazione, prevalentemente Champagne, di cui 4,7 milioni sono state consumate e 1,3 milioni riesportate.
Ogni tre bottiglie di bollicine stappate dagli italiani, due sono di Prosecco. Il momento d’oro dello spumante di nordest non viene condizionato nemmeno dall’andamento dei prezzi, in ascesa da un minimo di 3-4% a un massimo di 10-15% per alcune tipologie. Ovse stima in 240 milioni di euro il valore alla produzione del Prosecco Docg-Doc consumato in Italia, che sale oltre il mezzo miliardo in termini di sell out. In seconda posizione si piazza il Franciacorta, in crescita nei consumi domestici e nell’horeca, con un valore alla produzione che sfiora i 100 milioni di euro e un sell out prossimo ai 230 milioni. Le bottiglie di metodo classico bresciano stappate nel 2015 dagli italiani sono poco meno di 15 milioni, il doppio rispetto a quelle di TrentoDoc.
Per quanto riguarda i canali, la Gdo cresce in volumi (+0,8%) e valori (+1,2%) arrivando a rappresentare il 69% del mercato totale degli spumanti, con un prezzo medio di 4,3 euro a bottiglia. Aumentano intanto gli acquisti diretti in cantina mentre eccessivi ricarichi, leggi restrittive e salutismo continuano a penalizzare l’horeca.
Infine, uno sguardo sulla prospettiva di produzione di tutte le cantine nel 2016. Ovse stima un potenziale intorno a 610-630 milioni di bottiglie fra tutte le denominazioni e tipologie, di cui 470 milioni dal mondo Prosecco, 70 dall’Asti, 40 tra dop e igp varietali, 20 di generici e 30 di metodo classico (18 milioni Franciacorta, 9 TrentoDoc e 3 altri).
“Le cantine – commenta il presidente dell’osservatorio, Giampietro Comolli – devono puntare a sviluppare il mercato interno, per dare peso specifico e valore aggiunto al prodotto. L’export fa cassa e bilancio d’impresa, ma la crescita del valore unitario e del valore d’impresa viene dalla ampiezza e diffusione dei consumi interni”.