Giù il bicchiere ma (comunque) su il morale. In un periodo complesso come l’attuale, la spesa in bevande alcoliche è in calo in molti Paesi ma, nonostante ciò, il morale e la fiducia nel futuro rimangono elevati, persino più che nel 2022. È quanto emerge da una ricerca di Iwsr Drinks Market Analysis, specialista in analisi di mercato nel settore alcolico, che ha preso in considerazione 17 Paesi, tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Italia, Cina e Canada.
“I consumatori di bevande alcoliche stanno diventando più selettivi su come e quando spendere in alcol”, commenta Richard Halstead, COO Consumer Insights di Iwsr Drinks Market Analysis. “Dopo la pandemia, bere a casa è ancora l’opzione preferita, ma c’è una forte motivazione nell’uscire, anche se con meno frequenza e più consapevolezza nel consumo e nella spesa di alcol”.
E infatti, in Paesi quali Uk (dove l’inflazione cresce in doppia cifra), Germania, Australia, Francia e Canada, i consumatori riducono la spesa in alcol preferendo dirigere il proprio budget verso prodotti di prima necessità come carne, pesce e prodotti per la pulizia. E infatti, in queste aree è emerso che tagliare i fondi agli alcolici è la seconda strategia più diffusa per risparmiare denaro.
Questa strategia stimola però il rafforzamento della premiumisation – bere meno, ma meglio – il cui trend persiste in diversi mercati anche se cresce a un tasso più moderato rispetto al passato. Nei Paesi in cui il sentiment generale è particolarmente positivo, comprare premium è invece ancora all’ordine del giorno: ciò vale soprattutto per la Cina, con lo Champagne, e per Usa e Messico, con tequila e mezcal. Proprio per gli spirits – gin, whisky, vodka in primis – ma anche per certe tipologie di vino, il tetto di spesa da parte dei consumatori si è alzato.
Considerando le singole tipologie, emerge che gli spirits continuano a crescere in maniera consistente in tutti i mercati. Il whisky è, in generale, tra le tipologie che performano meglio (nell’ultimo magazine di Pambianco Wine&Food è presente un approfondimento sul whiskey bourbon), anche se in Australia, a causa delle condizione economiche e fiscali, il trend sta rallentando. Seguono, a livello di performance, tequila e mezcal. Anche il cognac mantiene la sua buona scia, soprattutto in Cina grazie alla riapertura del commercio a seguito della pandemia. Bitter e aperitivi performano bene a livello globale, complice soprattutto Nord America e Cina.
Ma non tutti vogliono rimanere a casa per bere. Proprio in Cina, così come anche in Giappone, Taiwan e India, complice anche l’allentamento delle restrizioni post Covid, i consumatori sono più inclini ai consumi fuori casa. Questo è altresì vero per millennials e Gen Z che, in tutti i mercati, sono le categorie che preferiscono uscire per bere alcolici.