Sarzi Amadè chiude un 2022 in crescita. La società attiva nella distribuzione di vini e distillati su tutto il territorio nazionale ha archiviato l’anno registrando ricavi per 12 milioni di euro, contro gli 11 milioni del 2021, vendendo circa 530mila bottiglie a un prezzo medio di 24 euro.
Fondata nel 1966 da Nicola Sarzi Amadè, l’azienda ha in portfolio 200 cantine provenienti da tutto il mondo e in primis dalla Francia, seguita da Portogallo, Germania, Stati Uniti e Spagna. Tra i nomi, si contano Aldo Conterno, Benanti, Petrus, Domaine Comte de Vogüé.
“Poiché rappresentiamo aziende medio piccole, le disponibilità di bottiglie non sempre sono sufficienti per far fronte ai numeri richiesti dal mercato, ecco quindi che aver inserito a catalogo nuove cantine ci ha aiutato ad aumentare il fatturato”, racconta a Pambianco Wine&Food Alessandro Sarzi Amadé che, insieme alla sorella Claudia, rappresenta la seconda generazione della famiglia Sarzi Amadè alla guida della società. “In generale, il trend è quello di ricercare i vitigni più noti e celebri. Guardando all’Italia, tra le zone più richieste ci sono l’Alto Adige e l’Irpinia”.
La dinamica alta domanda e scarsità d’offerta si è infatti esasperata post-Covid, “con l’esplosione delle vendite agli hotel a seguito della ripresa del turismo”.
Ad oggi, Sarzi Amadè distribuisce i propri prodotti in circa quattromila tra ristoranti, cucine stellate, enoteche altamente specializzate e hotellerie di lusso. Per quanto riguarda il 2023, l’anno è partito “molto bene e nei primi due mesi abbiamo già registrato un aumento del 20 per cento. In questo contesto, quindi, è necessario saper gestire la carenza di vino soprattutto dalla Borgogna, zona fondamentale sia per volumi sia in qualità di apripista nel mercato”.