Al via ‘Off the Skins’, la mostra che fino al 4 luglio, nella cornice dei Chiostri di San Francesco della Vigna a Venezia, celebra i primi sessant’anni di successi del Pinot Grigio Santa Margherita.
La temporary exhibition, realizzata in collaborazione con gli studenti dello Ied-Istituto Europeo di Design di Venezia e curata da Current, deve il suo nome alla tecnica di vinificazione ‘in bianco’ che permise al Conte Gaetano Marzotto e al suo team di enologi di trasformare un’uva dalla buccia ramata in un vino bianco brillante, che fece il suo debutto sul mercato nel 1961, esattamente sessant’anni fa.
Attraverso un racconto per immagini, Santa Margherita ripercorre le sei decadi che hanno accompagnato la storia del Pinot Grigio. I fatti e gli accadimenti, gli stili e le mode che hanno segnato la storia dagli anni Sessanta ad oggi sono stati infatti ripercorsi e interpretati graficamente dai giovani designer dello Ied, chiamati dall’azienda a realizzare una serie di illustrazioni evocative in forma di etichette. Di queste, sei saranno selezionate per la progettazione di altrettanti special pack per il Pinot Grigio, uno per decade.
Il linguaggio dell’allestimento si compone di volumi sospesi in tessuto, a richiamare i papiri e le pergamene, coerentemente con i manuali conservati nella Biblioteca del Convento di San Francesco della Vigna, e a evocare memoria e contatto con il terroir e il mondo delle idee, ovvero la visione del Conte Gaetano Marzotto. Alle quattordici serie di opere illustrative realizzate dai giovani designer si accompagna un apparato didascalico volto a raccontare le principali tappe che hanno contraddistinto l’evoluzione di questo vino, congiuntamente allo scorrere della storia a cavallo dei due secoli. A guidare il visitatore nell’esperienza, le note agrumate, pulite e fresche tipiche del Pinot Grigio Santa Margherita, seguite dalle note dolci e appetitose di frutti a polpa bianca, percettibili nel calice così come nei chiostri di San Francesco della Vigna. In sottofondo, una composizione musicale creata per l’occasione dalla sound artist Yilin Zhu, ispirata ai suoni della fermentazione, della lavorazione, dell’imbottigliamento e del vino versato nel bicchiere.
La scelta della location, inoltre, non è casuale: a San Francesco della Vigna risale il più antico vigneto urbano di Venezia. Il complesso di San Francesco della Vigna ospita, infatti, il convento dei Frati Minori, l’Istituto di studi ecumenici, la Biblioteca e tre chiostri, di cui uno dedicato alla coltivazione di erbe aromatiche, uno alla raccolta dell’acqua piovana per l’irrigazione e uno a vigneto, che dal 2019 viene curato in prima persona dagli agronomi di Santa Margherita.
“Il recupero dei vigneti urbani è una delle iniziative più importanti che il mondo del vino può, e deve, fare oggi per mantenere saldo e vivo il legame con la propria storia e le proprie tradizioni – commenta il presidente del gruppo vinicolo Gaetano Marzotto -. È motivo di grande orgoglio per Santa Margherita poter intervenire per la tutela del patrimonio storico e architettonico del complesso di San Francesco della Vigna e trasferire le competenze tecniche del nostro team di enologi per ridare splendore a questo vigneto urbano. Poco meno di un secolo fa, mio nonno, il Conte Gaetano Marzotto, scelse l’entroterra veneziano per dare avvio a una vera e propria rivoluzione nell’agroindustria italiana”.