Le banche credono nel valore aggiunto del vino, purché resti in cantina per tutto il tempo necessario per migliorare. Una conferma in tal senso arriva dal gruppo veronese SalvaTerra, produttore di vini da invecchiamento come l’Amarone, che ha ottenuto da un pool di banche un finanziamento a medio termine per il valore di 9 milioni di euro che sarà utilizzato, si legge nel comunicato, per “allineare le fonti finanziarie con la natura a medio termine del magazzino da invecchiamento”. L’accordo è stato raggiunto attraverso la consulenza di Banca Akros, istituto di investimento del gruppo Banca Popolare di Milano, intervenuta in qualità di arranger. Il credito elargito, con il privilegio sui vini da invecchiamento, consente di liberare risorse altrimenti bloccate per un periodo compreso tra 3 e 5 anni, quelli necessari al vino per diventare Amarone di qualità, dando liquidità immediata a SalvaTerra, sulla scia di quanto è stato fatto da Banca Popolare di Verona con il consorzio Vini Valpolicella. L’operazione verrà certificata da Siquria, che attesterà la presenza e la qualità del vino in cantina per tutta la durata del finanziamento, pari a 5 anni e sei mesi. Nel 2014 il gruppo veronese ha fatturato 31,5 milioni, di cui 23,5 in Italia e 8 all’estero. La maggior parte del prodotto viene venduto sfuso e l’azienda attualmente non è in grado di imbottigliare direttamente ma, secondo quanto dichiara a Il Sole 24 Ore l’amministratore delegato del gruppo, Paolo Fontana, SalvaTerra potrebbe anticipare di un anno, al 2017, la costruzione di un impianto d’imbottigliamento.