La pandemia colpisce anche il settore dei salumi. Secondo quanto riportato da Assica, l’Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi, nel 2020 il fatturato del settore delle carni e salumi è stato di 8,2 miliardi di euro, con un calo del 3,3% rispetto al 2019, mentre la produzione ha chiuso a -7,1%, attestandosi a 1,093 milioni di tonnellate. Sul risultato hanno pesato soprattutto la chiusura dell’horeca e i provvedimenti restrittivi presi a livello mondiale che hanno penalizzato l’export, che ha fatto registrare nel 2020 un -7,2%, anche se il valore dei salumi esportati è cresciuto in termini di valore (+2,5 per cento).
“La chiusura del canale horeca ha sottratto una fetta importante ai consumi di carni fresche e di salumi”, ha commentato in una nota Ruggero Lenti, presidente di Assica. “A fronte di queste dinamiche, soprattutto nella prima fase dell’emergenza, sono cresciuti gli acquisti di carni e salumi in gdo, che hanno registrato veri e propri picchi proprio nelle prime settimane di diffusione del virus”. Questa tendenza “si è stemperata con il passare delle settimane, ma gli acquisti in gdo si sono assestati su livelli superiori a quelli dell’anno precedente”. Nonostante infatti “il settore abbia mostrato una certa resilienza grazie all’aumentata richiesta nel canale gdo e anche alla crescita degli acquisti on line, la flessione dell’horeca non è stata compensata e produzione e consumi hanno evidenziato una flessione”.
La struttura dei consumi interni ha visto ancora al primo posto il prosciutto cotto, con una quota pari al 27,2% del totale dei salumi, seguito dal prosciutto crudo al 21,8%, da mortadella/wurstel scesi al 19%, dal salame all’8,1% e dalla bresaola al 2,5%. Chiudono gli altri salumi al 21,3%.