Sagna punta a 25 milioni di fatturato a fine anno. “Se le cose andranno come devono andare”, precisa Massimo Sagna, titolare della società di distribuzione vini, che per il 2020 guarda con maggiore attenzione ai vini italiani. Il prossimo obiettivo, già in corso di realizzazione, è infatti diretto verso “l’ampliamento della gamma di vini italiani, perché hanno un grande mercato domestico, al punto che ai francesi resta una piccola fetta e agli altri molto poco”. I primi passi? “Li stiamo facendo con una cantina campana, quella di Stefania Barbot, e una lombarda, Mamete Prevostini”. Ma non solo: perché, come ha spiegato lo stesso Sagna, “stiamo cercando produttori italiani poco conosciuti, che siano di alta qualità e specializzati in vitigni autoctoni”.
Nel frattempo, la realtà piemontese deve i suoi volumi per il 60% allo champagne. “Ma anche Loira e Chablis, con 90mila bottiglie, vanno molto bene”, precisa Sagna. Sugli scudi, naturalmente, il marchio Louis Roederer. “Quest’anno stimiamo, ma molto dipende da come andrà il fine anno, di vendere 250-300 mila bottiglie, 52-53mila delle quali di Cristal”.
A questo si aggiunge il comparto della mixoligy, “che ha ripreso sempre più importanza, anche e soprattutto grazie a una nuova generazione di barman, che non avranno più giacca e papillon, ma che sono grandissimi professionisti e conoscitori della materia”. Questo fenomeno ha portato alla riscoperta di prodotti un tempo in auge e successivamente dimenticati, ad esempio il vermouth. “Oggi, grazie a produttori artigianali, è tornato a essere interessante soprattutto nei cocktail”, conclude Sagna.
Fabio Gibellino