Sul Prosecco Doc aleggia il rischio shortage, ovvero l’impossibilità di soddisfare una domanda sempre più elevata di prodotto dopo il +27% di vendite nel 2014 e i picchi di incremento nell’export registrati in Gran Bretagna (+65,9%) e Stati Uniti (+28,8%). Il caso è stato sollevato dalla rivista specializzata britannica The Drink Business, che cita la testimonianza dell’export manager di Bisol, azienda del Prosecco Doc e Docg partecipata da Ferrari Fratelli Lunelli. “La vendemmia dello scorso anno è stata molto scarsa, con un calo del 50% in alcune parti del territorio, perciò si apre una possibilità molto reale di shortage globale”, ha affermato Robert Cremonese. La reale situazione, scrive la testata britannica, sarà pertanto compresa entro il mese di agosto, quando i brokers del vino immetteranno nel mercato le loro disponibilità. Le conseguenze dello squilibrio tra domanda e offerta, per effetto della normale legge di mercato, potrebbero ricadere sul prezzo. Immediata la replica del consorzio di tutela del Prosecco Docg che in un comunicato stampa afferma: “Rivelando i limiti di una visione puramente aziendale, come Consorzio riteniamo che le dichiarazioni dell’operatore apparse sulla stampa internazionale in questi giorni non solo non siano corrette, ma mirino piuttosto a giustificare l’attività di alcune aziende che, non avendo gestito adeguatamente gli approvvigionamenti, ora si trovano disallineate rispetto alle attese della propria clientela”. Da Treviso smentiscono le cifre sulla vendemmia 2014: la produzione certificata, per quanto inferiore alle previsioni, è cresciuta del 17,9% nonostante le rese medie sotto i massimi previsti dal disciplinare. E per quanto la domanda cresca più velocemente della produzione, la minore disponibilità di prodotto rispetto alle attese del mercato “è un chiaro segnale di serietà e credibilità del nostro sistema produttivo”. Quanto ai prezzi, il Consorzio conclude sottolineando che un aumento di qualche penny non dovrebbe costituire un problema per i consumatori britannici, primi clienti del mondo Prosecco con 60 milioni di bottiglie acquistate. “Sono quelli che pagano il prezzo più basso! Se anche il Prosecco dovesse subire un ritocco dei prezzi, portandosi a quotazioni in media con il resto del mondo, non dovrebbe essere un problema!” conclude il presidente del Consorzio, Stefano Zanette.