Nonostante l’incertezza generale dovuta al perdurare della crisi pandemica, il 2021 è stato un anno record per le vendite di Prosciutto di Parma in vaschetta che sono cresciute di circa il 6%, mentre per la prima volta sono stati superati i 2 milioni di prosciutti affettati per oltre 100 milioni di confezioni.
Dopo un periodo abbastanza stabile, a partire dal 2019 le vendite del Parma preaffettato hanno ricominciato a crescere fino a registrare un’impennata nel corso di quest’ultimo biennio, spinte anche dai grandi mutamenti portati dalla crisi pandemica, in particolar modo in Italia che ha visto nel 2021 un aumento di circa il 12% pari a 30 milioni di confezioni vendute.
Ora, ha dichiarato Alessandro Utini, presidente del Consorzio del Prosciutto di Parma, “è importante continuare a investire per crescere soprattutto all’estero. Sui mercati internazionali lavoreremo come lo scorso anno per consolidare questi brillanti risultati definendo delle iniziative promozionali con alcune grandi catene della gdo europea; questo ci permetterà di fidelizzare i consumatori e di valorizzare il prodotto e la sua facilità di utilizzo”.
Nel 2021 sono state esportate 72 milioni di vaschette in aumento del 3% rispetto all’anno precedente.
L’Europa è il mercato di gran lunga più importante per il Prosciutto di Parma preaffettato, per la vicinanza e per ragioni legate alla shelf-life del prodotto, fa sapere il consorzio. Qui, Italia inclusa, viene venduto l’86% di tutto l’affettato del Parma, pari a 1.760.000 prosciutti affettati. I mercati extraeuropei assorbono invece il 14% delle vendite, pari a 390mila prosciutti affettati.
Da sottolineare sui mercati internazionali un significativo cambio al vertice: gli Usa, dopo un triennio di forte crescita, diventano il primo mercato estero anche nel segmento del Parma preaffettato con 275mila prosciutti affettati (+10,4%), andando a scalzare il Regno Unito, che invece mostra un trend di medio periodo negativo, accentuato dalla Brexit.
Tra i Paesi con un andamento particolarmente positivo, si segnalano la Germania con 255mila prosciutti affettati in crescita del 5%; la Polonia, il Giappone e l’Irlanda, che sta probabilmente assorbendo una piccola parte delle perdite registrate nel Regno Unito.